Masciari, una protesta che tocca la coscienza di ciascuno di noi
La situazione di Pino Masciari, testimone di giustizia in procinto d’iniziare uno sciopero della fame e della sete contro la mancata applicazione di un’ordinanza che dispone per lui una più adeguata forma di protezione, tocca le coscienze di ciascuno di noi.
Come altri testimoni di giustizia, Masciari ha denunciato alcuni giochi criminali mafiosi facendo arrestare una serie di persone. Una scelta coraggiosa che ha pagato però a duro prezzo. Da dodici anni è costretto a vivere lontano dalla propria terra, in una condizione che lo ha segnato nel profondo anche per come si è ripercossa sull’equilibrio e sulla serenità della propria famiglia.
Questo è già un primo, inaccettabile paradosso: che le persone perbene se ne debbano andare mentre i mafiosi possono restare. Che in certi contesti decidere di stare dalla parte della legalità significhi mettere a repentaglio la propria vita o vederne ridotta la libertà. Il sogno è che questo paradosso un giorno cessi di esistere, ma perché avvenga sono necessari tempi lunghi e il contributo di tutti. Occorre mutare il volto sociale, culturale ed economico di certi territori, costruire le condizioni perché, con l’impegno dei cittadini e delle istituzioni, ogni persona sia libera di vivere dignitosamente e responsabilmente la propria vita.
Nel frattempo occorre però intervenire. Vicende come quella di Masciari sono certo di complessa e delicata gestione. Toccano nel profondo i bisogni, gli affetti, i diritti e le speranze delle persone. Chiedono protezione “tecnica”, ma anche attenzione umana. Così come è vero che non sempre chi ha ricevuto protezione si è comportato correttamente. Non è però il caso di chi, come Masciari, ha lealmente e disinteressatamente messo la sua testimonianza al servizio della giustizia. E che perciò, rivendicando ragioni riconosciute anche in sede giudiziaria, decide di manifestare in modo pubblico e clamoroso la sua protesta. Dobbiamo vedere in quella protesta un segno di sofferenza e di fragilità. E cercare di fare nostro quel grido.
Chiediamo quindi agli organi istituzionali competenti, ai quali rinnoviamo tutta la nostra collaborazione e il nostro sostegno, di fare il possibile perché venga riconosciuta e applicata l’ordinanza del TAR alla quale si appella Pino Masciari, affinché Masciari, con la sua famiglia, possa recuperare quella serenità e quella piena fiducia nelle istituzioni che lo hanno spinto anni fa alla sua difficile scelta.
d. Luigi Ciotti
..ieri don Ciotti a chieri ha detto che i mafiosi hanno più paura della scuola che della giustizia…Pino tu ci stai aiutando a crescere in un clima di educazione alla legalità! e il tuo sforzo non è inutile!
Mi auguro che le istituzioni facciano il loro compito, perchè non c’è in ballo”soltanto” la vita di una persona e della sua famiglia ma la credibilità del nostro paese..
Un abbraccio Pino!
Luca
Riesco difficilmente a immaginare cosa voglia dire vivere per dodici anni nella paura e nello sconforto dati da un esilio forzato, da un esilio ingiusto perché conseguenza di un atto onesto e civile.
Riesco difficilmente immaginare la vita che di due bambini che sono cresciuti nell’ombra della paura e che non conoscono altro modo di vivere.
Riesco difficilmente a immaginare la realtà di uno Stato che abbandona al suo destino un cittadino onesto che ha fatto tanto e ha rinunciato a tanto per quello stesso Stato e per i suoi cittadini.
Spero davvero che questa vicenda si concluda nell’unico modo possibile, ossia nel riconoscimento concreto dei diritti di Pino e della sua famiglia e che la sentenza venga attuata, come sarebbe degno di uno Stato civile e di diritto.
Voglio esprimere tutta la mia solidarietà a Pino e alla sua famiglia che sono dei veri esempi di civiltà e forza per chiunque. La speranza di questa società è rappresentata da persone come voi!
Scusate non si possono prendere i nomi delle persone che devono attuare questa ca..o di sentenza fare dei bei manifesti grandi con la loro faccia e appenderle ai quattro venti additandoli come responsabili della non attuazione della sentenza? Ne butto una li, non so effettivamente se e’ valida. Ciao Rosario
tutto il buio di questo mondo viene sconfitto dalla luce di una sola candela.
Tieni duro!
Dobbiamo avere il coraggio di contare quei passi lungo le nostre strade, di denunciare, di continuare a lottare credendoci fino in fondo perchè si possono cambiare le cose, abbiamo tutti il dovere di farlo..Sei un grande esempio per me Pino..
Un grande abbraccio a te e alla tua famiglia.
Giulia
Sono disponibile ad accompagnarmi, insieme ad altri venti volontari, a PINO MASCIARI, nel suo sciopero della fame.
10, 20, 50 persone che fanno lo SCIOPERO DELLA FAME per dimostrare contro coloro che vogliono isolare MASCIARI, credo che facciano più RUMORE se lo fa PINO da solo.
Scriviamo a PANNELLA, lo SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE FATTO UOMO, e vediamo se è disponibile a difendere un ITALIANO ONESTO.
Buongiorno a tutti, leggo questo sito, queste notizie e la rabbia mi assale. Son calabrese come Pino e non voglio, non posso accettare quanto gli sta succedendo da dodici anni ormai. Ho scritto un articolo sul mio blog oggi, (http://alessandromarciano.spaces.live.com/default.aspx) è il mio piccolo modo per cercare di diffondere questa notizia e far sentire Pino, se possibile, un pò meno solo. Ringrazio tutte quelle persone che con il loro aiuto e sostegno staano vicino a Pino, siete davvero encomiabili. fatti forza Pino!
Grazie Don Luigi. La Sua vicinanza in questo momento non fà che rafforzare il nostro impegno.
Don Ciotti è un esempio stupendo di amore, pace e giustizia.
Rimango sempre esterrefatta dalla sua umiltà e dalla sua forte personalità……grazie, perchè affinchè la Fam.glia Masciari possa vincere, certamente, sono necessarie tutte le nostre forze e tutta la nostra volontà. E’ necessario l’azione di tutti, ma proprio di tutti: della scuola, della politica, delle istituzioni, della Chiesa, ma soprattutto di ogni singolo cittadino.
Già don Puglisi lo diceva, “Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme si può fare molto”.
Quindi tutti insieme poniamo fine all’agonia di Pino, Marisa, Francesco e Ottavia e la parola “fine” alla mafia. Può sembrare utopico, ma abbiamo bisogno di questo cambiamento: lo dobbiamo a noi, italiani onesti, e a tutti coloro che hanno perso la vita, volendo trasformare quest’utopia in realtà.
vi abbraccio
marta
Questa volta la giustizia deve trionfare fino in fondo, non vogliamo un altro Domenico Noviello. Vogliamo che tu viva e possa essere testimone di legalità libero di pensare e di agire come un comune cittadino italiano…
Sono vicina,veramente vicina,a questa persona coraggiosa!
Se tutti fossimo così capaci di rispettare nel piccolo del quotidiano quello che è l’antimafia oggi e quello che dovrebbe essere coscienza di tutti noi cioè la Legalità potremmo permetterci di non pensarci alle mafie perchè sarebbe soltanto un brutto ricordo…