Dopo aver pubblicato l\’articolo sulla \”DARK ROOM\” finanziata dall\’UNAR, l’ufficio Anti Discriminazioni Razziali all’interno del Dipartimento Pari Opportunità, qualcuno ha polemizzato sul fatto che ci fosse \”omofobia\” in quanto veniva riportato dai media e di conseguenza anche da noi visto che ne abbiamo riportato i fatti immediatamente. Pertanto teniamo a precisare che noi, come Blog degli Amici di Pino Masciari, riportiamo i fatti dando una nostra considerazione degli stessi e, nel fatto in questione, a noi non importa se nei circoli italiani venga praticato del sesso di qualsiasi genere, perchè ripetiamo ognuno è libero di farlo ma, se detti circoli sono finanziati da anche un solo centesimo da un ente pubblico che \”rappresenta\” il Governo utilizzando soldi pubblici, allora noi riporteremo sempre queste notizie affermando con fermezza il nostro dissenso. Noi non abbiamo criticato il lavoro fatto dall\’UNAR ma il fatto che tra tante altre associazioni, venissero elargiti soldi pubblici quindi di tutti noi, per finanziare l\’associazione in questione e/o il circolo dove sembra ma è anche confermato dalla documentazione filmata, che venisse praticata la prostituzione che ricordiamo è REATO nel nostro paese. Restano i fatti, dopo che lo scandalo è venuto alla luce, il direttore o sarebbe meglio dire l\’ex direttore dell\’UNAR Francesco Spano si è dimesso, i 55 mila euro stanziati per quell\’associazione sono stati bloccati e revocati nonchè tutto il bando è stato bloccato, per cui a differenza di qualcuno che inneggia alla bufala, molto di vero c\’è, ed è questo che a noi interessa, i fatti e tutto il resto lo lasciamo a chi vuole ad ogni costo sollevare inutili polemiche. È giusto nonchè un diritto che vi sia trasparenza nel modo in cui vengono spesi i soldi pubblici ed è un obbligo che l\’UNAR come qualsiasi altro ente pubblico CI (come cittadini) dimostri come e a chi vanno indirizzati e stanziati i nostri soldi! Se dopo le indagini delle autorità competenti si dovesse dimostrare che le cose di fatto non siano collegate, saremo ben contenti di pubblicare la notizia!
da: davidpuente.it
Il servizio de Le Iene e la prostituzione nei circoli dell’associazione accreditata presso l’Unar
Siccome l’articolo è particolarmente lungo, avente più riferimenti possibili per farsi un’idea iniziale di quanto sta accadendo, riporterò una brevissima sintesi.
La storia e i documenti utili
Riporto di seguito un articolo del Messaggero del 19 febbraio 2017 dal titolo “Il bando di Palazzo Chigi? Lo vince anche il circolo con dark room e orge: l’inchiesta delle Iene“:
Una “dark room”, dove vengono organizzate orge e dove alcune persone si prostituiscono, finanziata con 55mila euro dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, quindi con soldi pubblici. E’ la sintesi della tesi sostenuta in un servizio delle Iene, il programma di Mediaset, confezionato da Filippo Roma, in onda domenica sera su Italia Uno.
Sul tavolo delle Iene è finito l’Unar, l’Ufficio anti discriminazioni razziali all’interno del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del consiglio, che si occupa di promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni razziali, etniche e sessuali con campagne di comunicazione e progetti in collaborazione con associazioni no profit.
A finire nel mirino del programma Mediaset è stato il finanziamento di 55 mila euro a favore di un’associazione che viene così raccontata nel servizio (visibile al seguente link) in questo modo:
Testimone: In realtà questi circoli non sono altro che locali con ingresso a pagamento dove si incontrano le persone gay per fare sesso a volte anche a pagamento.
Filippo Roma: Quindi tu ci stai dicendo che in questi circoli si fa sesso però a pagamento.
Testimone: Si perché si tratta di un’associazione di imprenditori del mercato del sesso gay. Si nascondono dietro l’etichetta di associazioni di promozione sociale, le stesse che dovrebbero avere come mission quella di aiutare le persone, ma in realtà il loro unico scopo è quello di fare soldi senza pagare le tasse.
Filippo Roma: In che modo?
Testimone: Sfruttando la denominazione di associazione a cui sono concesse delle agevolazioni. Se si trattasse di un locale commerciale dovrebbero pagare le tasse sull’ingresso, sulle bibite, su tutto ciò che viene venduto compresi i massaggi, e dovrebbero anche comprarsi una licenza. Alle associazioni, invece, non è richiesto niente di tutto questo proprio perché l’attività principale dovrebbe essere senza fini di lucro.
[…]
Testimone: Quello che trovo assurdo è che un’associazione come questa con circoli, saune, centri massaggi, dark room, ma soprattutto dove si pratica la prostituzione possa aver vinto un bando della Presidenza del Consiglio, soldi pubblici.
Filippo Roma: E chi è che si prostituisce?
Testimone: Normalmente lo fanno i massaggiatori. Finito il massaggio chiedono esplicitamente al cliente se vuole andare oltre, con qualche servizietto extra a pagamento, p…i, sesso anale, sadomaso. Esistono dei veri e propri listini, ogni cosa ha il suo prezzo.
[…]
Testimone: È ancora più strano che il direttore dell’Unar, l’ufficio che distribuisce finanziamenti, abbia la tessera di questa associazione.
Durante il servizio, la Iena Filippo Roma dichiara che il testimone li abbia fornito i dati relativi alla presunta tessera del direttore dell’Unar, Francesco Spano, ma per essere sicuro della veridicità di ciò è andato a chiederlo al diretto interessato. Spano, di fronte alle domande relative alla tessera, nega e se ne va.
Il 20 febbraio 2017 lo stesso direttore dell’Unar si dimette, come riportato da Rainews.it citando anche il nome dell’associazione:
Il direttore dell’Unar, Francesco Spano, secondo quanto si apprende, ha rassegnato le dimissioni dopo esser stato convocato a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.
[…]
“Le dimissioni – si apprende da una nota – vogliono essere un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l’Unar, istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, in recepimento alla direttiva comunitaria n.2000/43 CE contro ogni forma di discriminazione”, si legge nella nota. “La Presidenza del Consiglio, per quanto non si ravvisino violazioni della procedura prevista e d’accordo con il dottor Spano, disporrà la sospensione in autotutela del Bando di assegnazione oggetto dell’inchiesta giornalistica, per effettuare le ulteriori opportune verifiche. I relativi fondi, comunque, non sono stati ancora erogati“.
L’associazione in questione è la Anddos, lo stesso Spano era presente all’inaugurazione di una delle sedi lo scorso giugno 2016:
Il Giornale pubblica un “articolo sfogo” contro l’associazione citando i riferimenti alle “dark room” (riferimenti a “dark room” e “glory holes” li troviamo in uno dei siti dei circoli legati all’associazione, come l’Inferusclub a Milano.):
Oltre un anno fa, l’Anddos ci querelò dopo un servizio che documentava lo spaccio nelle “darkroom”. Dopo il servizo delle Iene sulle orge gay pagate con i soldi dei contribuenti sorge un’unica domanda: eravamo andati così lontani dalla verità?
Un annuncio di querela che venne riportata dal sito Splashclub.it, rivolta anche a Il Messaggero (foto sotto).
L’Anddos ha pubblicato il 20 febbraio 2017 alle ore 22:16 un comunicato a sostegno del dimissionario Spano e contro il servizio de Le Iene:
Esprimiamo la più profonda indignazione per la vicenda che ha coinvolto Francesco Spano, direttore dell’UNAR, costretto alle dimissioni dopo il servizio andato in onda domenica 19 febbraio a “Le Iene”.
Il messaggio che è stato fatto artificiosamente passare è la sua presunta omosessualità, in palese violazione della privacy. Contestualmente è stato accusato di aver favorito un’associazione nell’attribuzione di fondi pubblici per presunti interessi personali basati solo su una presunta tessera. Nella realtà, Anddos, l’associazione in questione, è stata ritenuta idonea al finanziamento a fronte di un bando con regole e procedure precise e di un progetto presentato in partenariato con “La Sapienza” Università di Roma. A seguito di una indagine interna, riteniamo di avere sufficienti elementi per affermare quale associazione si sia resa responsabile di una tale macchinazione.
E’ importante ricordare che l’UNAR non finanzia associazioni ma progetti, che abbiano una valenza sociale contro le discriminazioni, e che non esiste passaggio di denaro da Anddos alle proprie affiliate e viceversa.
I soldi dei cittadini, quindi, non saranno usati per finanziare le attività dei circoli affiliati Anddos, che hanno piena autonomia giuridica.
Il progetto che Anddos ha presentato all’UNAR è finalizzato a sostenere e potenziare i Centri ascolto e antiviolenza Anddos (CAA), che forniscono assistenza psicologica, medica e legale gratuita a chi è vittima di discriminazioni o necessita di ascolto e informazioni sui temi della sessualità e della salute. Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma e con l’associazione Wequal, annovera, tra le varie azioni, la formazione di operatori e operatrici di prima accoglienza per le diverse sedi CAA in tutto il territorio nazionale e un programma innovativo di auto-mutuo aiuto.
[…]
L’associazione rivendica con orgoglio l’attività dei propri circoli ricreativi, che ha permesso a intere generazioni di persone, omosessuali e non solo, di poter iniziare a vivere in serenità la propria identità, sperimentando anche la dimensione della sessualità in luoghi sicuri, al riparo da occhi giudicanti e dai rischi del web.
Abbiamo, altresì, da sempre contrastato ogni forma di prostituzione nei nostri circoli, come prova il nostro statuto, le circolari inviate ai circoli e i provvedimenti di espulsione di chi è stato sorpreso in questi eventi.
L’avviso del bando pubblico è recuperabile tramite il sito dell’Unar (o qui in PDF), dove possiamo leggere i termini legati alle tematiche LGBT:
Contrasto e prevenzione delle discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere – come previsto dalla Strategia Nazionale LGBT e dalle successive raccomandazioni internazionali – considerando anche le ipotesi di discriminazioni multiple (orientamento sessuale/appartenenza a gruppi di minoranza etnica e/o religiosa/persone migranti).
Le attività progettuali potranno riferirsi ad almeno una delle seguenti tipologie:
C.1 prevenzione e contrasto al bullismo omofobico e transfobico, attraverso interventi di sensibilizzazione e in-formazione diretti a docenti, educatori e animatori;
C.2 attività di formazione e in-formazione finalizzate al contrasto ed alla prevenzione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere in ambiti professionali:
– attività di formazione e in-formazione diretta al personale della P.A, e del privato sociale che eroghi servizi (esempio: consultori, centri per l’impiego, ospedali, servizi sociali, etc.);
– attività di formazione e in-formazione diretta agli ordini professionali (esempio: ordine degli psicologi, ordine degli avvocati, ordine dei giornalisti, ordine dei medici, etc.);C.3 realizzazione e/o protenziamento di servizi volti al contrasto del disagio e dell’esclusione sociale, attraverso azioni di supporto e/o sostegno (esempio: sportelli di ascolto, assistenza e consulenza, case di accoglienza, etc.);
C.4 progetti di ricerca, convegni di studio per l’approfondimento e la sensibilizzazione (esempio: seminari, wordkshop, eventi di sensibilizzazione).
Nel documento pubblicato dal sito dell’Unar, contenente le graduatorie (scaricabile anche qui), troviamo anche il riferimento all’Università La Sapienza di Roma (partner dell’associazione) e al tipo di attività previsto dal bando (la C.2):
Quindi si parlerebbe di attività rivolte alle P.A. e al privato sociale che erogano servizi come consultori, centri per l’impiego, ospedali e via dicendo, nonché attività diretta ad organi professionali come quello degli psicologi, degli avvocati e dei giornalisti (e altri ancora).
Difficilmente potremmo scoprire se i soldi del finanziamento sarebbero andati a finire nei circoli dove Le Iene hanno ripreso le scene del loro servizio, siccome non sono stati ancora erogati. Resta il fatto che le autorità competenti dovranno indagare su questi stessi circoli in base anche al materiale in mano ai conduttori del programma Le Iene.