Desidero parlare di grandi opere e delle opportunità che essere generano. Opportunità buone, opportunità meno buone.
Poco tempo fa è stata bloccata un\’altra grande opera che ha fatto discutere per anni: il ponte sullo stretto di Messina. Quanti soldi però sono stati spesi per gli studi di fattibilità? Quanti soldi pubblici ancora dovranno essere spesi per risarcire le ditte appaltatrici?
Vogliamo ricordare anche la Salerno Reggio Calabria? Da quanto tempo va avanti questa farsa?
Credo ci sia una questione di tempi e di opportunità.
Con tutte le aziende che delocalizzano o che chiudono, ha ancora un senso pensare che la Tav sia così prioritaria? Non sarebbe forse meglio investire quei denari per rendere più appetibile il nostro Paese per l\’imprenditoria che sta morendo?
Da imprenditore io so bene che quando un investimento è urgente e necessario per la crescita di un\’azienda, quell\’investimento va fatto subito. Non dopo 20 anni di discussioni! Forse è davvero il momento di capire a chi potrà mai servire questa opera, che rischia davvero di diventare una cattedrale nel deserto.
Non servono i muri! Sta venendo meno il senso dello stato, e questo è pericolosissimo, soprattutto in un momento di grave difficoltà economica e non solo. Grandi sacrifici sono stati chiesti ai cittadini italiani in un contesto in cui l\’Italia si trova di fronte a problemi enormi quali l\’elevata corruzione, l\’evasione fiscale, l\’espansione della criminalità organizzata, la carenza di occupazione, la carenza o mancata realizzazione infrastrutture vitali per lo sviluppo interno.
Non credo che in questo momento l\’A.V. sia la priorità per unirci all\’Europa: piuttosto avrebbe più senso rimuovere i macigni che affossano il nostro Paese e renderlo libero per proiettarsi in Europa.
Pino Masciari