di Marlena Lillo di IV A Liceo Classico di Gioia del Colle
Il cyberbullismo indica tutte quelle forme di persecuzione e vessazione attuate attraverso il web.
Chiunque può entrare nel mirino dei bulli e venire tormentato e perseguitato senza sosta a casa, a scuola, sui propri profili Twitter e Facebook. Il cyberbullismo è un triste fenomeno in continua ascesa. La colpa è ovviamente attribuita al web, che azzera le distanze e permette di agire nell’anonimato, internet è il luogo che permette a questa socialità aggressiva, denigratoria, discriminatoria e purtroppo spesso violenta di attecchire e fare danni. Il cyberbullo può sentirsi protetto dal web e spingersi a superare limiti che, di persona, non varcherebbe per paura di mettersi nei guai.
Ho sentito storie assurde su questo fenomeno e non è stato facile crederci, ragazzi che non sono riusciti a reggere le accuse, le minacce, le intimidazioni e intrappolati in quella gabbia in cui sono stati rinchiusi senza neanche accorgersene, si sono tolti la vita. Come testimonia la drammatica vicenda di Amanda Thood, una ragazzina canadese di 15 anni.
Un seno mostrato su internet, una bravata da adolescente. Ma quanto è difficile essere adolescente, con tutte le bravate e scherzi, nel caso di Amanda Thood non è solo difficile, è impossibile.
Una foto,uno scatto in webcam destinato a un amico. Poi la persecuzione lunghissima le derisioni continue dei compagni di scuola per quella foto divenuta pubblica. E arrivano ansia, isolamento, depressione. Traslochi continui, ma quella foto è sul web e la rete ti insegue ovunque. Fino al suicidio.Una ragazzina come tante e una vita connessa in Rete come la maggior parte degli adolescenti di oggi. Prima di uccidersi, sola e disperata, Amanda Todd ha usato la rete esattamente come i suoi aguzzini l’hanno usata contro di lei. Ha realizzato un video in cui spiegava la sua storia. “Non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno”, scrive Amanda, le ferite di Amanda non si chiuderanno più e la sua storia diventerà una cicatrice come altre simili che vedono l’innocenza scontrarsi con la violenza. E quello scorrere di note, cartelli che raccontano il tormento della ragazza dall’inizio alla fine, sono ora il più potente viatico possibile contro la crudeltà umana, presente e agghiacciante. L’unico modo per combattere il cyberbullismo non è tenerlo nascosto dentro di sé e fare finta che non sia successo niente; ma rivolgersi ai propri genitori in modo che denuncino l’accaduto facendo intervenire forze abbastanza competenti che facciano in modo che non si verifichino più fatti simili. Il cyber bullismo sparirà solo quando si sarà fatto capire a tutto il mondo la gravità di questi avvenimenti e troveremo il coraggio di dire NO.