Ogni giorno, o quasi, si legge di eventi o notizie classificati come emergenze… in questi giorni lo si è letto spesso, ad esempio, in merito ad una serie di atti intimidatori avvenuti in Calabria, ma anche in riferimento alle numerose assodate presenze della malavita in tutti i settori e in tutte le nostre regioni. Si parla ancora di escalation della criminalità organizzata, in modo globale. È uno stato di fatto gravissimo, che conferma ancora una volta la mancanza di lavorare in libertà, la possibilità di vivere liberi, serenamente ed onestamente, con il proprio lavoro. Imprenditori, commercianti, lavoratori onesti ancora sotto assedio! È orribile, inaccettabile!
Ma si può davvero definire emergenza qualcosa che non ha mai avuto fine né mai ha mostrato di regredire nonostante numerose operazioni di polizia e indagini della magistratura? quando qualcosa fa parte del quotidiano, per quanto ingiusto sia, non può essere definito emergenza. Smettiamola di credere che la mafia abbia mai mollato qualcosa! La calma apparente che sembra esserci in alcuni momenti o in alcuni ambienti è forse ancora peggiore della cosiddetta emergenza che nasce per il fragore degli atti intimidatori. È frutto del silenzio di chi preferisce abbassare la testa, negando anche di averlo fatto. Trovo molto più pericolosa la ben più grave emergenza di chi tace, si assoggetta, paga in silenzio e dà adito di pensare che la ‘ndrangheta riconosca zone franche! È un atteggiamento che non lascia speranza… e credo che la vera emergenza sia questa: tacere e negare!