In queste ore sono in corso in Lombardia una serie di ordinanze cautelari emesse dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. L’ennesima dimostrazione che la ‘ndrangheta è nata in Calabria ma si è diffusa a macchia d’olio ovunque. Permea di sé l’Italia, l’Europa e il mondo intero. “Grillo parlante 2” è questo il nome dell’indagine portata avanti dai Carabinieri del comando milanese. Arresti e perquisizioni nei confronti di otto esponenti ritenuti vicino al clan ‘ndranghetista dei Mancuso e accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso a danno di imprenditori del Nord. E proprio l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-imprenditoriale locale della Lombardia era stato l’argomento centrale della Commissione Parlamentare Antimafia riunitasi a Milano martedì. Non possiamo più far finta che la ‘ndrangheta sia un problema della Calabria. La ‘ndrangheta è un problema serio che riguarda l’intera Italia. Non è un semplice fenomeno altrimenti si sarebbe esaurito nel tempo. E’ un problema che come tale deve essere risolto. E lo si può fare soltanto prendendo consapevolezza che tutti noi siamo schiacciati dalla ‘ndrangheta dalla Calabria alla Lombardia, al Piemonte passando per le altre regioni italiane. E mentre l’Italia muore gli ‘ndranghetisti si arricchiscono sempre di più. Bisogna fare coesione. Lo diceva anche Don Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio…” A noi manca questa consapevolezza: la ‘ndrangheta è un problema di tutta Italia, non un problema esclusivo della Calabria (e ci sono ogni giorno fatti di cronaca che lo dimostrano) soltanto affrontandolo tutti insieme potremmo farcela.