Per una più dettagliata visione storica dei fatti e del clan dei Viperari del quale ne faceva parte Salvatore Vallelunga, vi invitiamo a leggere questi precedenti post riguardo all\’uccisione di Damiano Vallelunga ed al successivo arresto di esponenti del clan a seguito della massiccia operazione antimafia denominata \”Mangusta\” incardinata dalle testimonianze di Pino Masciari. Link1 – Link2 – Link3
Ormai è carneficina. Già i precedenti, vista anche la caratura delle vittime degli omicidi compiuti tra l\’alto Ionio reggino e il basso Ionio catanzarese avrebbero già da mesi fornito un\’ampia visione e l\’ormai agghiacciante certezza dell\’inquietante guerra di \’ndrangheta scoppiata tra la Vallata dello Stilaro e le Serre vibonesi e catanzaresi. Ma la plateale esecuzione di mercoledì scorso nelle montagne di Stilo, del boscaiolo di Caulonia, Mario Petrolo, 41 anni, non ha fatto altro che confermare, se ce ne fosse bisogno, che lo scontro tra clan è ormai in atto e che ha pure di gran lunga oltrepassato tutti i livelli di guardia.
Siamo di fronte a uno scontro molto pericoloso, senza regole, primitivo e selvaggio, senza esclusione di colpi e per di più inserito in una zona grigia di difficilissima mappatura (e da sempre poco controllata) dove potrebbe accadere di tutto. Una guerra tra clan, insomma, che rischia, se non ci saranno interventi immediati e decisi, di scatenare, com\’era del resto successo nella ultradecennale, sanguinosa \”Faida dei boschi\” o nella cruenta e spietata \”Faida di San Luca\” culminata con la strage di Duisburg, chissà quali raccapriccianti risultati in fatto di morti ammazzati e agguati vari a colpi di lupara e kalashinikov. Del resto solo qualche investigatore folle o qualche addetto ai lavori poco \”infarinato\” su vicende e fatti di \’ndrangheta che hanno a che fare con gli scontri tra clan, avrebbe mai potuto minimamente pensare o ritenere che l\’omicidio, compiuto tra l\’altro anche in maniera plateale e sfrontata a Riace il 27 settembre scorso, del capobastone delle Serre vibonesi, Damiano Vallelunga, leader indiscusso dell\’omonimo e potente clan vibonese noto col nome di \”viperari\”, potesse in qualche modo rimanere un fatto isolato o rappresentare un normale e, soprattutto, indolore avvicendamento ai vertici della ndrangheta della montagna.
I successivi omicidi avvenuti in alcuni centri del Catanzarese e soprattutto gli agguati mortali costati, in particolare, la vita a Giovanni Vallelonga di Caulonia (21 aprile), a Vittorio Sia di Soverato (22 aprile) e, in ultimo, all\’altro cauloniese Mario Petrolo, cugino di Giovanni Vallelonga, sono la prova lampante di una pericolosa e inquietante faida scoppiata per vari interessi (controllo del territorio in genere, mani sugli appalti ed estorsioni) a cavallo tra i territori collinari e montani delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro. Dopo un iniziale intervento della Procura di Locri, le indagini sull\’omicidio di Mario Petrolo saranno coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Dei fatti di sangue si sta interessando il procuratore aggiunto della Dda reggina, Nicola Gratteri. L\’esame autoptico sul cadavere di Petrolo ha confermato che il boscaiolo prima di essere freddato ha tentato di mettersi in salvo fuggendo a piedi dopo aver abbandonato di gran carriera il volante del proprio camion. L\’uomo è stato raggiunto in diverse parti vitali (testa, collo e schiena in particolare) dai numerosi pallettoni dei circa dieci colpi di fucile da caccia calibro 12 imbracciati da almeno due assassini. Un\’esecuzione che non ha dato scampo al boscaiolo cauloniese.
calabriah24.it
salve vorrei gentilmente sapere se esiste un libro sulla faida dei boschi inquanto sarei fortemente interessato all’ acquisto..se fosse possibile ricevere una risposta sulla mia mail grazie ancora…