Buttare nella porcilaia il nemico ancora vivo, per essere mangiato dai maiali, è stato per Simone Pepe un modo per farsi «apprezzare» dai vertici della sua cosca. Il killer della cosca Borarrigo.
Non pensava, però, di essere intercettato dai carabinieri e così quella sua spavalderia è diventata una confessione.
L’uomo dato in pasto ai maiali si chiamava Francesco Raccosta. Sarebbe stato lui a uccidere il boss Domenico Bonarrigo che insieme ai Mazzagatti e Polimeni, da anni sono in guerra con i Ferraro-Raccosta in una faida paesana che ha origini nel 1950.
Una guerra con decine di morti ammazzati che non ha risparmiato donne e neanche bambini.
L’inchiesta che ha potuto fare luce su omicidi, droga e riciclaggio è stata sviluppata dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria ed è stata chiamata Erinni. Venti le persone fermate, tra cui un minore. Oltre agli omicidi sono state ricostruite le attività immobiliari della cosca Bonarrigo che aveva messo radici nella Capitale. Ottantotto gli immobili sequestrati per un valore di circa 70 milioni di euro. In casa di un fermato sono stati scoperti 170 mila euro, nascosti in un intercapedine.