\”Non è certo un bel segnale quello di questa paralisi così prolungata: poi è inutile lamentarsi del fatto che la gente si allontana progressivamente ma inevitabilmente dalla politica. Possibile che non si comprenda come i partiti devono esse i primi a dare un forte segnale di discontinuità? Comprendo come sia difficile autoriformarsi, ma qui si esagera!\”
_____________________________
Fonte: Arealocale.com – Quello che non ci si aspetta, spesso, in Calabria accade. Dopo un paio di anni di attesa, mentre erano già pronte le candidature e le date, sospeso il congresso del Partito Democratico che è senza commissariato da circa tre anni e non potrà svolgere né i congressi provinciali e né quello regionale, non avendo ancora la forza di uscire dalla logica delle faide interne.
La decisione è stata presa dal commissario Alfredo D’Attorre. Ufficialmente in solitudine. Insieme alle gerarchie romane e ad alcuni notabili locali, secondo altri, per consentire agli stessi di gestire autonomamente dalla base le candidature per il rinnovo del Parlamento del 2013.
Davvero una lezione di democrazia, dunque, nei confronti della Calabria che non sembra ancora essere capace da sola di scegliere la guida del partito di Bersani o i propri candidati per il rinnovo del Parlamento nazionale. Nel frattempo, nonostante la buona volontà dei tesserati, dei commissari e degli amministratori calabresi che si riconoscono nello stesso Pd, la sua politica sembra destinata a rimanere ancora nel guado nonostante le numerose proteste da parte dei militanti e di una base sempre più confusa.
Intanto, a livello nazionale, c’ è voluta la Fiom, la rappresentanza dei metalmeccanici nella Cgil, per mettere insieme intorno un tavolo i laeder del centro sinistra per confrontarsi sul tema del lavoro, ma non solo.
\’\’Il lavoro prende la parola. E\’ ora di scegliere\’\’: su questo tema si sono oggi incontrati a Roma i maggiori rappresentanti dei partiti e dei movimenti politici che gravitano nell’area del centro sinistra per confrontarsi sul tema col maggiore dei sindacati italiani e numerosi intellettuali.
In un periodo storico di transizione dominato dalla c.d. anti politica ed in cui il Partito democratico del segretario Bersani sostiene la piattaforma politica rappresentata dal Governo Monti, l’incontro promosso dalla Fiom ha consentito al maggiore dei partiti del centro sinistra italiano di ritrovarsi con i possibili alleati nelle Governative del 2013 e di avviare un confronto sui grandi temi dei diritti, della legalità, della democrazia, del modello di sviluppo declinati nella relazione di Maurizio Landini, segretario regionale della Fiom ed artefice dell’incontro.
Purtroppo, oltre alle positività collegate ad un tavolo di confronto su tematiche basilari come quelli del lavoro e delle tutele necessarie nelle imprese, l’incontro ha registrato altro. Come la rottura tra Bersani e Di Pietro che già a poche ore dall’incontro, al giornalista scrive Matteo Pucciarelli de La Repubblica sembra ormai una cosa fatta. Eppure lo stesso momento di confronto, a detta dello stesso cronista è avvenuto in un momento particolare ed un clima positivo.
“Il convegno del sindacato – spiega La Repubblica – avviene il giorno dopo la direzione del Pd nella quale Bersani ha aperto alle primarie e a una coalizione tra progressisti e moderati. In prima fila, seduti, ci sono proprio Bersani, alla destra ha il responsabile economico pd Stefano Fassina e a sinistra Nichi Vendola. E poi il sindaco di Bari Michele Emiliano, il segretario del Prc Paolo Ferrero, Di Pietro insieme a Maurizio Zipponi (“l’uomo Fiom” nell’Idv), Oliviero Diliberto. Il programma della Fiom è tutto a sinistra, ovviamente. Patrimoniale, preservazione ed estensione dell’articolo 18, lotta alla precarietà, democrazia in fabbrica, fiscalità progressiva, avversione totale al fiscal compact – e, soprattutto, al governo Monti. Ma la sostanza è una: la necessità di rimettere al centro della politica italiana il tema del lavoro e di conseguenza fare delle scelte di parte”