Dopo un interrogatorio durato oltre sei ore, Mario Mantovani ha chiesto di essere scarcerato rivendicando grandi meriti per ciò che ha fatto di buono per la sanità pubblica. L’ex senatore di Forza Italia si sente ferito nell’orgoglio e non ci sta a passare per il politico corrotto e, attraverso il suo legale, ha chiesto al GIP la scarcerazione. Roberto Lassini, avvocato dell’ex assessore della regione Lombardia, ha dichiarato che il suo assistito ha risposto in maniera esaustiva a tutte le domande poste in interrogatorio.
Ricordiamo che Mario Mantovani, uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, è stato arrestato con le accuse di corruzione aggravata, concussione e turbativa d’asta, nell’ambito di una inchiesta avviata dalla Procura Lombarda che vede indagate altre persone, tra esponenti politici e facenti parte delle istituzioni della regione. Si tratta dell’ennesimo caso in cui una inchiesta della magistratura sviscera un sistema di malaffare radicato all’interno delle istituzioni che dovrebbero agire nella piena trasparenza e per la tutela del cittadino, ma alla fine vengono fuori sistemi di corruzione finalizzati ad arricchire pochi dando agli utenti servizi sempre più inefficienti e sempre più costosi.
Questa inchiesta potrà frenare l’ascesa di Salvini? Non vi è dubbio che l’inchiesta va a toccare la roccaforte della Lega Nord, anche se il governatore Maroni non perde occasione per ribadire che i fatti sono avvenuti nel periodo antecedente la sua legislatura, ma ad ogni modo la Lega ha svolto un ruolo importante nell’amministrazione affianco alla coalizione guidata da Forza Italia. Certo è che il sistema sanitario lombardo è sempre stato presentato dagli esponenti della Lega come un manifesto di efficienza da fare invidia al resto d’Italia, ma alla fine anche qui sono venute fuori storie di corruzione e favoritismi. L’inchiesta, intanto, va avanti e ogni giorno di più sviscera un sistema di malaffare radicato che vede coinvolti numerosi personaggi politici illustri. Sotto la lente di ingrandimento il rapporto tra Mario Mantovani e Silvio Berlusconi, quest’ultimo, in tutta la vicenda, avrebbe diretto la regia.