Legalità, onestà politica e intellettuale, giustizia. Sono questi i valori cardine della società che Pino Masciari, presidente onorario di Federcontribuenti, usa come parametro di riferimento per commentare gli ultimi avvenimenti politici. Non solo il Decreto del Fare (o del “Farò”, come lo ha definito il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella), ma anche politiche per le imprese, per il lavoro e per i giovani. Infine, e non per ultimo perché meno importante, sul Progetto di Legge volto a riformare l\’articolo 416-ter del codice penale sul voto di scambio, ovvero la corruzione di un elettore che, in cambio della sua preferenza alle urne, riceve un qualsivoglia tornaconto dalla persona votata. Un progetto di riforma approdato in aula con il relatore del Pd Davide Mattiello, criticato da molti nei contenuti: “Davide Mattiello è una grande persona, che viene dal basso e che conosce l’ antimafia – dice Masciari – A lui è toccato il compito di oratore su questo progetto di legge, che ha suscitato diversa preoccupazione e anche diverse critiche da molti esponenti politici e anche opinionisti, ma proprio perché progetto delicato merita proposte e non critiche al solo fine di giungere in fretta ad una regolamentazione necessaria ed urgente”. Sull\’analisi dei contenuti Masciari parla di un indirizzo giusto della politica nei confronti del cancro della società, qual\’è la mafia, ma al contempo pone dei quesiti: “Il voto di scambio non è facile da perseguire: la legge dice che opera reato chiunque accetti il procacciamento di voti in cambio di denaro o di altra utilità. Quindi non sempre è possibile dimostrare l\’accordo tra due parti. Io credo che più utile e più efficiente sarebbe introdurre il “reato di accordo”, ovvero fosse penalmente perseguibile il solo accordo tra un politico e un mafioso. Il reato, così, viene consumato nello stesso momento in cui esiste un patto, al di la di ogni scambio più o meno materiale o palese”. Per Masciari è difficile pensare a un\’ipotesi non illecita nel momento in cui un politico viene a contatto con un mafioso: “La mafia è anche psicologica, perché in molti territori non serve venire a contatto direttamente con l\’esponente di una determinata famiglia, basta sentirne solo il nome per essere assaliti dalla paura. Se il governo introducesse un “reato di accordo” sarebbe molto più facile individuare la colpevolezza dei vari soggetti, non bisognerebbe aspettare di vedere lo scambio di favori” dice il testimone di giustizia che, ironicamente conclude: “Sarei curioso di vedere quanti politici sarebbero ancora eletti se l\’ordinamento prevedesse questo reato”.
Ma il problema dell\’Italia non è solo il voto di scambio: sul piatto il Decreto del Fare, quello su cui è intervenuto e quello, invece rimandato dalla Camera: “L\’Italia ha bisogno di agire in modo incisivo su tanti aspetti che riguardano la vita e le persone pubbliche – dice Pino Masciari – Bisognerebbe intervenire immediatamente tagliando gli stipendi d\’oro, rimodulando gli accumuli pensionistici e rivedere la legge sui doppi incarichi”. Masciari parla anche della sofferenza delle imprese: “Abbiamo una tassazione pari al 54 percento e ora, anche, l\’aumento dell\’Iva di un punto percentuale. Bisogna rendersi conto che le famiglie e che le imprese sono senza soldi e che quindi è difficile che, senza soldi, possano pagare le tasse. Non possiamo aspettare che le imprese falliscano per intervenire”. Toni forti e decisi che non lasciano spazio all\’interpretazione: “Dobbiamo renderci conto che la nostra economia non può andare avanti se il numero delle imprese che falliscono, ogni giorno, è superiore a quelle che aprono. Bisogna individuare concretamente una soluzione, senza più attendere tempi che oggi sembrano non esserci più”. Quindi fare concretamente, e non solo con le parole: “Non abbiamo bisogno di vizi – conclude l\’imprenditore – ma di uomini che facciano concretamente, e di leggi che possono ristabilire un equilibro sociale e di giustizia in tutto il paese”.