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Eccoci nel periodo più blando dell\’anno: tra vacanze e climi torridi…. o torrenziali, ci si distrae giustamente dalle fatiche dell\’anno per ricaricarsi ed essere pronti ad affrontare la quotidianità.

Quotidianità sempre maledettamente uguale per la famiglia Masciari, scandita dal silenzio. Il che rende complicato capire che ora è e come passi il tempo.

Per quanto possibile, e pure oltre, i suoi amici di tutta Italia sono con lui e Marisa e con i loro ragazzi, sempre stretti a loro. Da amici e da cittadini.

E da cittadini diventa curioso constatare come da quando conosciamo Pino e la sua vicenda abbiamo sviluppato una sensibilità particolare verso certi temi, e le notizie che fino a poco tempo fa avremmo fatto scivolare sotto gli occhi con noncuranza cercando più pruriginosi articoli mondani, ora catturano la nostra attenzione e spesso, troppo spesso, suscitano l\’indignazione e la fame di cambiare la situazione.

Ad esempio, inanelliamo due notizie diverse su una stessa persona, una baronessa testimone di giustizia, Maria Giuseppina Cordopatri, anziana anagraficamente ma di spirito battagliero e lucido, che dopo anni di denunce a difendersi dall\’ndrangheta, ora deve occuparsi degli attacchi di chi la vuole delegittimare per far cadere l\’attendibilità delle sue testimonianze.

Il primo articolo è questo


Calabria, come liberarsi della baronessa anti \’ndrangheta? Diamola per psicopatica

(da www.pontediferro.org del 7 luglio 2008)

…il giornalista Andrea Lijoi analizza la richiesta del giudice Falvo per verificare tramite perizia dello stato mentale della baronessa Cordopatri.

Alchè risulta interessante leggere l\’altro articolo riguardo questa vicenda, che titolo e sottotitolo riassumono molto bene:


Le accuse della baronessa anti n\’drangheta saranno valutate dalla Procura di Perugia

La donna prosegue, dopo \”ventotto assoluzioni dall\’accusa di calunnia\”, la sua battaglia contro la mafia calabrese e mette nei guai anche un giudice di Catanzaro troppo scettico

Perchè la vita del testimone è dura non solo per la minaccia criminale e le privazioni di diritti che dovrebbero essere inalienabili. Ma anche dalla minaccia di chi vuole approfittare di ogni istante di rabbia o debolezza dovuta all\’esasperazione di quell\’infinita catena di silenzi, inettitudini, trascuratezze e irrespondabilità per delegittimare tutta la vita processuale da testimone. E per un testimone la prima difesa è l\’attendibilità.

Allora…. aprendo oggi Repubblica, cattura di unovo l\’attenzione un\’inchiesta della testata riguardo rapporti d\’affari tra capi procura e imprenditori indagati dai suoi subalterni con la chiosa di avere come segretaria la moglie dell\’imprenditore stesso.

e il giudice entra in affari con l\’imprenditore mafioso

Paese mio, non ti riconosco!

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