Le stime del Fondo monetario internazionale sull\’economia mondiale non inducono all\’ottimismo. Per l\’Italia nel 2012 il tasso di disoccupazione è fisso al 10.6%, mentre nel 2013 le previsioni indicano l\’11.1 %. L\’indice di produttività per il corrente anno segna un -2.3%.
La situazione è davvero difficile. Questo modello di sviluppo va corretto perchè genera forti squilibri sociali e favorisce la creazione di una ristretta oligarchia finanziaria mondiale.
Servono regole certe in materia di diritto al lavoro e una politica economica sostenibile sul piano ambientale. La competizione mondiale è drogata dai salari da fame dei paesi in via di sviluppo. Al governo delle banche, noi preferiamo la democrazia popolare e partecipativa. Al liberismo selvaggio, noi preferiamo la sussidiarietà e la solidarietà. E\’ arrivato il momento di costruire dal basso la Società della Speranza. Dipende da noi. We care
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Fonte: La Repubblica – L\’Fmi stima al ribasso l\’economia globale. Il dato italiano peggiore tra i paesi avanzati . Il clima di incertezza sta pesando con forza sulle prospettive: quest\’anno la crescita globale sarà del 3,3 %, nel 2013 del 3,6 %. Per l\’Italia si prevede quest\’anno una recessione del 2,3 %, nel 2013 un meno 0,7%. E il tasso di disoccupazione salirà aò 10,6% nel 2012 e all\’11,1 % nel 2013
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto in peggio le previsioni sull\’economia globale, avvertendo che il generale clima incertezza sta pesando con forza sulle prospettive: ora per quest\’anno stima una crescita globale del 3,3 per cento, mentre sul 2013 un più 3,6 per cento.
L\’Italia. Il Fondo monetario internazionale ha consistentemente rivisto in peggio anche le previsioni sull\’economia dell\’Iitalia: ora per quest\’anno si attende una recessione del 2,3 per cento in termini di Pil, mentre nel 2013 la contrazione proseguirà con un ulteriore meno 0,7 per cento. Le cifre sono contenute nel nuovo World economic outlook, pubblicato dall\’istituzione di Washington in occasione delle assemblee autunnali assieme alla Banca mondiale. In entrambi i casi si tratta di revisioni in peggio di 0,4 punti percentuali rispetto alle stime sull\’Italia aggiornate lo scorso 16 luglio.
Sul 2012 il dato italiano è il peggiore tra i grandi paesi avanzati, mentre guardando a tutta l\’area euro è la terza recessione più forte dopo il meno 6 per cento previsto dal Fmi per la Grecia e il meno 3 per cento del Portogallo. Non meno preoccupanti le previsioni sul mercato del lavoro: dall\’8,4 per cento medio registrato sul 2011, la disoccupazione è attesa in aumento al 10,6 per cento sull\’insieme di quest\’anno. Inoltre secondo il Fmi subirà un ulteriore aggravamento nel 2013 raggiungendo l\’11,1 per cento.
L\’area Euro.Un anno di ricaduta in recessione, il 2012, Che verrà seguito da un 2013 di crescita quasi al palo: queste le prospettive non esaltanti per l\’area euro, secondo le nuove previsioni stilate dal Fondo monetario internazionale. Per quest\’anno è previsto un calo dello 0,4 per cento del Pil complessivo di eurolandia, cui seguirà un limitato più 0,2 per cento il prossimo: cifre riviste in peggio rispettivamente di 0,1 e 0,5 punti percentuali rispetto a sei mesi fa.
Un quadro generale che ancora una volta nasconde dinamiche divergenti tra i paesi dell\’Unione valutaria, che da un estremo vede la Germania limitare i danni con tassi di crescita modesti – più 0,9 per cento su 2012 e 2013 – dall\’altro vede la Grecia sprofondare sempre più nel baratro.
La penisola ellenica infatti non riuscirà a sganciarsi dalla recessione e dopo un meno 6,9 per cento del Pil nel 2011 subirà un ulteriore meno 6 per cento nel 2012 e un meno 4 per cento nel 2013. E intanto la disoccupazione proseguirà con una impennata tale da raggiungere il valore più elevato in Europa, perfino oltre quello della Spagna: secondo il Fmi la disoccupazione in Grecia toccherà il 23,8 per cento quest\’anno e il 25,4 per cento nel 2013. In Spagna invece dopo un 24,9 per cento
Quest\’anno la disoccupazione salirà al 25,1 per cento nel 2013, con un pil al meno 1,5 per cento sul 2012 e al meno 1,3 per cento nel 2013. Male anche il Portogallo, che vedrà il Pil calare del 3 per cento quest\’anno e di un altro 1 per cento nel 2013, anche qui la disoccupazione è in forte aumento fino al 16 per cento il prossimo anno. Mentre si salva l\’Irlanda, tornata a crescere con un più 0,4 per cento nel 2012 e un più 1,4 per cento nel 2013.
Il resto del mondo. I tagli alle previsioni di crescita non risparmiano quasi nessun paese. Gli Stati Uniti si sono visti marginalmente alzare la stima 2012, di 0,1 punti percentuali al più 2,2 per cento, ma si sono visti tagliare la previsione 2013 in misura analoga al più 2,1 per cento.
Sul Giappone il Fmi ha tagliato di 0,2 punti la stima 2012, al più 2,2 per cento, e di 0,2 unti sul 2013 al più 1,2 per cento.
Previsioni tagliate anche su molti dei nuovi pesi massimi dell\’economia, tra cui la Cina, 0,2 punti in meno su entrambi gli anni, che secondo il Fmi registrerà un più 7,8 per cento del pil quest\’anno e un più 8,2 per cento nel 2013.
I fattori di rischio. La crisi nell\’area euro resta il maggior fattore di rischio su queste prospettive. Ma l\’istituzione internazionale mette in guardia anche dai rischi negli Usa, dove in assenza di un accordo sul bilancio tra repubblicani e democratici scatterà un sistema di correzioni automatiche, chiamato \”fiscal cliff\”, le cui ricadute sono generalmente guardate con timore.
L\’inflazione. L\’inflazione dell\’Eurozona è prevista al 2,3% nel 2012, poco sopra il target del 2% che persegue da sempre la Bce nell\’adozione delle sue decisioni di politica monetaria e in calo all\’1,6% nel 2013. In Italia l\’indice dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi invece al 3% quest\’anno e all\’1,8% nel prossimo anno. Inflazione sotto il 2% l\’anno prossimo è attesa anche in Germania, (1,9%), Francia (1%), Olanda, Belgio e Austria.