di Giuseppe Vespo (da L\’Unità)
Fotografato nel luglio 2009 dai carabinieri di Desio mentre era al bar insieme ai boss Saverio Moscato e Candeloro Polimeno, l’ex direttore della Asl di Monza, Pietrogino Pezzano, oggi è il nuovo direttore generale della Asl 1 di Milano. Lo ha nominato la giunta guidata da Roberto Formigoni alla vigilia di Natale.
Pezzano, che non risulta indagato, compare nelle foto e nelle carte della maxi inchiesta contro la ‘Ndrangheta in Lombardia, l’indagine di luglio che ha disegnato la geografia mafiosa del Nord e che è destinata a consegnare nuovi sviluppi.
La nomina ha scatenato quasi da subito la reazione di alcuni sindaci e cittadini dei 73 Comuni che fanno capo alla Asl 1 del capoluogo lombardo, che adesso vogliono organizzare la protesta per costringere la Regione a revocare l’incarico al discusso manager. Una richiesta avanzata ieri in parlamento dal deputato Pd milanese Vinicio Peluffo, che ha presentato un’interrogazione ai ministri Fazio (Salute) e Maroni (Interno).
Ma il primo a puntare i piedi è stato Roberto Nava, sindaco di Vanzago, hinterland nord-ovest di Milano. Il 29 dicembre il primo cittadino in quota Democratici ha lasciato vuota una delle cinque poltrone del consiglio di rappresentanza dei sindaci dei Comuni appartenenti alla Asl 1, organo consultivo presieduto dal sindaco Pdl di Garbagnate. «Mi sono dimesso – racconta – per richiamare l’attenzione dei consigli comunali che si servono della Asl e sollecitarne l’indignazione contro questa nomina». Nava sta lavorando a un documento da sottoporre a tutti i consiglieri comunali, con i quali vorrebbe chiedere al presidente Formigoni di togliere a Pezzano il nuovo incarico.
I primi a discuterne sono stati quelli di Cornaredo, che avevano la nomina di Pezzano come punto all’ordine del giorno del consiglio di ieri sera. Ad accompagnare Nava ci sono già i sindaci dei Comuni guidati dal Pd, come Nerviano, Pero, Pregnana Milanese, Settimo Milanese, Cesate Boscone e Canegrate, e i consiglieri comunali dell’Idv e di Sel. Mentre oggi alcuni consiglieri regionali democratici, tra cui Carlo Borghetti e Arianna Cavicchioli, insieme a Giulio Cavalli (Idv), Chiara Cremonesi (Sel) e Enrico Marcora (Udc), presenteranno le loro iniziative di mobilitazione. In più, il presidente dell’associazione milanese “Sos Racket”, Frediano Manzi, sta organizzando per sabato 29 gennaio una consultazione popolare nei 73 comuni interessati dalla nomina di Pezzano. Ad aiutarlo anche altre associazioni antimafia del Milanese, come “Qui Milano Libera”, le “Agende Rosse” di Borsellino, il “Popolo Viola”, il “movimento 5 Stelle”, “Sos Italia Libera” e “Saveria Antiochia Omicron”.
«Vogliamo che l’antimafia della parole diventi antimafia dei fatti», dice Manzi riferendosi ai sindaci del Pdl e della Lega che dopo l’inchiesta di luglio hanno aderito all’Osservatorio sulla criminalità organizzata al Nord. E anche se un po’ sotto traccia, in Lombardia la polemica è già partita. Soprattutto con la Lega, che «gioca due parti nella stessa commedia», riprende il sindaco Nava: «La mattina partecipa alla spartizione delle poltrone e la sera se ne lamenta». Il riferimento è agli screzi di questi giorni, con il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, che dichiara di non condividere la nomina di Pezzano, difesa invece dal suo collega nel Carroccio, l’assessore alla Sanità e medico di Umberto Bossi, Luciano Bresciani.
Leggi anche l\’articolo di Frediano Manzi \”Sindaci passate all\’antimafia dei fatti\” (Il Fatto Quotidiano)