di Vittorio Zambaldo (articolo pubblicato su L’Arena, Bresciaoggi, Il Giornale di Vicenza in data 03.12.2011)
L’eroe borghese della lotta alla ‘ndrangheta ha scritto l’autobiografia. E’ sorretto dalla solidarietà civile dopo aver denunciato e fatto arrestare boss e padrini.
“Bisogna organizzare il coraggio, come loro organizzano la malavita”. Loro sono gli affiliati alla ‘ndrangheta calabrese e per esteso tutto quel brodo di coltura che alleva ogni forma di illegalità in Italia. Organizzare il coraggio, cioè la nostra vita contro la ‘ndrangheta, autobiografia di Pino e Marisa Masciari, è diventato libro (270 pagine, 15 euro) pubblicato dalla casa editrice torinese Add di Stefano Delprete che dei Masciari è anche amico.
Un libro perchè “ogni persona che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno”, scrive Pino Masciari, e allora questo libro e questa storia dovrebbero entrare come testi di educazione civica nelle scuole di ogni grado assieme alla Costituzione che i Masciari citano sovente come ancora di uno Stato che ha spesso dato impressione e dimostrazione di essere alla deriva.
Hanno scritto il libro raccontando la loro storia in prima persona e dedicandolo ai figli Francesco e Ottavia che nella notte del 17 ottobre 1997 avevano appena due anni il primo e un anno la seconda: li raccolsero addormentati dai loro lettini per lasciare insieme casa, professioni e affetti, scappando per entrare ne Programma speciale di protezione.
Pino Masciari, giovane imprenditore edile, aveva toccato interessi troppo forti, denunciato chi non doveva, accusato dei mammasantissima sanguinari in un ambiente di regalie, favori e diritti calpestati.
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