\”Non possiamo accettare che la violenza prevalga sulla ragione.
L\’episodio di ieri, per metodo e simbolistica, ricorda la strategia brigatista di 30 anni fa.
Esprimo una netta condanna per l\’accaduto e vicinanza a Roberto Adinolfi e alla sua famiglia.
Il Paese è allo sbando, la politica è indecente, ma la via terroristica al potere non è accettabile perchè mina il fondamento stesso della democrazia e del vivere civile. Dobbiamo ricostruire la speranza del futuro: lottare per una società aperta, libera, partecipativa, nonviolenta. No al terrorismo, si al cambiamento\”
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Fonte: La Repubblica – Colpito Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare
L\’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, è stato gambizzato stamani intorno alle 8,30 all\’uscita da casa, in via Montello 14, in zona Marassi a Genova: un colpo di pistola alla gamba destra. Il manager è stato trasportato all\’ospedale San Martino. Il proiettile è rimasto nella gamba e ha fratturato in maniera non grave la tibia. Fonti della sicurezza parlano di un gesto \”altamente simbolico, da tecnica brigatista\”.
Come le Br. \”Uno dei primi attentati delle Br fu proprio all\’Ansaldo negli anni \’70 – spiegano le fonti della sicurezza – oggi è come se avessero voluto dire \’ricominciamo come 40 anni fa\’\”. E\’ \”forte la preoccupazione\”, spiegano le fonti, per quello che può rappresentare un tragico ritorno al passato. Il timore, si apprende, è soprattutto quello dell\’emulazione: che altre cellule silenti, dopo Genova, decidano di muoversi. Anche se non si ritiene che esista oggi una organizzazione strutturata come le Br.
L\’agguato. Roberto Adinolfi è uscito di casa da solo, con una borsa 24 ore, per andare al lavoro. La sua Peugeot monovolume era parcheggiata poco distante, e si è avviato verso l\’auto. Uno dei due uomini che lo attendevano in strada è sceso dalla moto e si è messo a seguirlo. Quando Adinolfi è giunto all\’altezza della sua auto, ha appena fatto in tempo ad aprire lo sportello che l\’uomo gli ha sparato alle spalle, avvicinando l\’arma al suo polpaccio. Poi ha raggiunto il complice che lo attendeva su una moto ed è fuggito. Entrambi avevano il volto coperto da caschi integrali. l\’arma usata dagli attentatori non è un\’arma consueta. Il proiettile è stato sparato da una pistola Tokarev calibro 7.62 di fabbricazione russa, in uso alle forze armate dei Paesi dell\’ Est.
Adinolfi si è accasciato tra l\’auto e la strada, sotto shock. Non riusciva a parlare. E\’ stato soccorso dal portinaio del palazzo in cui vive e da una passante, che hanno chiamato il 118. Testimoni hanno riferito di \”alcuni colpi\”, ma i carabinieri hanno rinvenuto sul luogo dell\’attentato un solo bossolo.
Più o meno sei ore dopo l\’agguato, la moto che sarebbe stata usata dagli attentatori è stata ritrovata in viale Sauli, non distante dal liceo Cassini. E\’ uno scooter XMAx Yamaha nero immatricolato nel 2010. Era parcheggiato assieme ad altre moto vicino ai cassonetti dell\’immondizia.
Le indagini. \”Non escludiamo la pista terroristica\”, ha detto il procuratore capo, Michele Di Lecce. La dinamica dell\’attentato \”suggerisce una matrice di tipo eversivo\”, anche se il magistrato sottolinea che \”rimangono aperte anche altre ipotesi. Al momento – aggiunge Di Lecce – non abbiamo l\’individuazione di una possibile matrice, e non abbiamo alcuna rivendicazione\”.
\”Puntiamo sull\’estremismo ambientale e dell\’ultrasinistra\”. Le indagini dei carabinieri del Ros puntano sull\’estremismo ambientale e dell\’ultrasinistra. Gli inquirenti escluderebbero la pista anarchica anche se le indagini, in assenza di rivendicazione, rimangono a trecentosessanta gradi. Si esclude che Adinolfi sia stato aggredito per motivi diversi da quelli professionali. Il dirigente Ansaldo prima di entrare in sala operatoria è stato ascoltato e lui stesso avrebbe indicato la pista politica come quella da seguire.
Nei mesi scorsi sul web era circolato l\’appello di alcuni gruppi anarchici \”ad alzare il tiro\”, \”a pensare di passare ad una fase che possa prevedere l\’azione armata\”.
Le condizioni del ferito. Nel frattempo, Roberto Adinolfi è stato operato nell\’ospedale San Martino: non è in pericolo di vita. Dopo un passaggio in camera iperbarica, il manager è stato ricoverato nel reparto ortopedia. Le sue condizioni \”sono buone\”, dicono i medici che l\’hanno operato.
\”Era una giornata di sole\”. \’Era una bella giornata di sole. Mai mi sarei aspettato che mi accadesse una cosa del genere\”. E\’ una delle frasi con cui Roberto Adinolfi ha commentato l\’attentato subito. La frase è stata riferita dal medico che lo ha operato. Adinolfi, che ha vicino la moglie e i figli, ha riferito il medico, è \”molto tranquillo e sereno\”.
I precedenti. Il 23 ottobre 1975, Vincenzo Casabona, capo del personale dell\’Ansaldo Meccanica, sta rientrando a casa col figlio quando un commando composto da quattro uomini lo prendono e lo trascinano via su un furgone sotto gli occhi dei passanti. Intorno a mezzanotte, viene rilasciato legato ad un albero presso l\’immondezzaio di Recco. L\’azione viene rivendicata dalle Brigate Rosse con una telefonata al Secolo XIX.
Il 17 novembre 1977, Carlo Castellano, direttore pianificazione dell\’Ansaldo, sta rientrando a casa dal lavoro.
Nei pressi della sua abitazione lo affrontano tre giovani che gli sparano otto colpi in rapida successione. La vittima è colpita alle gambe e all\’addome. Pochi minuti dopo l\’attentato, la colonna genovese delle Br lo rivendica con una telefonata al Secolo XIX.
Direttore dello stabilimento G.T. Ansaldo, Giuseppe Bonzani viene ferito il 30 aprile 1979 nei pressi della sua abitazione dai colpi di pistola sparati da due giovani a bordo di uno scooter. Anche questa azione viene rivendicata dalle Br.
Chi è Roberto Adinolfi. Cinquantanove anni, sposato, ha tre figli. Adinolfi si è laureato nel 1976 in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Nel 1975, durante la preparazione della tesi, è entrato in contatto con la Ansaldo Nucleare, di cui oggi è amministratore delegato. Si è occupato prevalentemente di energia nucleare, lavorando in Italia, negli Stati Uniti e in Francia alla progettazione degli impianti italiani di Montalto e Trino Vercellese e di quello di Superphenix, in Francia, tutti costruiti dall\’Ansaldo.
Nel 2000, dopo quattro anni come responsabile delle attività nel campo dell\’energia convenzionale per l\’Italia, è tornato ad occuparsi di nucleare, in qualità di direttore responsabile della Divisione Nucleare di Ansaldo Energia, e dal novembre 2005 come direttore generale della neonata Ansaldo Nucleare spa. Da Aprile 2007 ricopre l\’incarico di amministratore delegato.
La società. Ansaldo Nucleare, società del gruppo Finmeccanica, è una società nata nel 1989 dalla fusione tra Nira (Nucleare italiana reattori avanzati) e Ansaldo meccanico nucleare. Nel 1999 è diventata una divisione di Ansaldo Energia, mentre dal 2005 è una società per azioni controllata al 100% da Ansaldo energia. Ha 250 dipendenti, produce reattori e centrali nucleari di terza generazione. Ha sede a Genova. Ha chiuso il bilancio 2011 con i conti in utile e non avanza problemi di recessione né ha prospettato prossimi licenziamenti.
Le reazioni. La notizia è deflagrata come una bomba all\’assemblea di bilancio di Ansaldo Sts, un\’altra azienda del gruppo, oggi riunita per approvare il rendiconto dell\’anno. Alessandro Pansa, presidente di Ansaldo Sts e direttore generale di Finmeccanica, si detto \”molto preoccupato per quanto è accaduto. Spero non sia riconducibile all\’azienda ma che sia un fatto generato da altri fattori. Comunque, noi non abbandoniamo il nostro lavoro\”.
Laconico il commento del ministro del Lavoro, Elsa Fornero: \”Sono cose che non si commentano\”.
\”Ho sentito di dover esprimere vicinanza ai familiari anche se non ho visto Adinolfi, che era ancora nella camera iperbarica\”. Così ha commentato Sabina Rossa, figlia di Guido, l\’operaio ucciso dalle Br negli anni di piombo. \”Questa vicenda desta viva preoccupazione – ha proseguito – perché le modalità e l\’individuazione di un bersaglio riportano agli anni di piombo, anche se non credo che si possa parlare dello stesso humus ideologico. Gli esperti dicono che questa sorta di movimento anarchico non sia strutturato strutturato militarmente come le Brigate Rosse, ma ciò non significa che occorra prestare meno attenzione. Questo è stato un atto criminale e va condannato assolutamente\”.
Solidarietà e vicinanza è stata espressa da tutto il mondo politico e del lavoro. Il segretario dei Democrati, Pier Luigi Bersani, ha detto \”che il ferimento è un segnale preoccupante di un salto di qualità delle tensioni e della violenza. Si tenga alta la guardia della democrazia\”.
\”Occorre attivare tutti gli strumenti di intelligence per prevenire ogni possibile rischio di degenerazione terroristica. Anche per questo è indispensabile comprendere al più presto il quadro nel quale è venuto maturando l\’agguato di stamattina a Genova\”, ha detto il presidente del Copasir, Massimo D\’Alema.
Preoccupata anche la reazione del segretario politico nazionale del Pdl, Angelino Alfano: \”E\’ il gravissimo sintomo di un clima saturo di tensioni sociali che rischiano di inquinare la storia di civiltà che ci siamo conquistati\”. Anche il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, ha espresso in una nota la sua \”convinta solidarietà \” a Roberto Adinolfi
\”Pronti a respingere ogni attacco antidemocratico\”, è stato il primo commento della Uil di Genova.
Il segretario regionale del Pd, Lorenzo Basso, insieme al segretario provinciale, Giovanni Lunardon e al deputato del partito, Mario Tullo, sono arrivati nello stabilimento di Ansaldo Energia \”per esprimere solidarietà ai lavoratori – ha spiegato Basso – e per cercare di comprendere meglio quello che è accaduto. Se fosse comfermata l\’ipotesi dell\’attentato – ha aggiunto – sarebbe molto grave che vedrebbe una reazione immediata. Per ora cerchiamo di comprendere i fatti\”.