\"\"A San Lorenzo in Vallo, muore per mano di due sicari Gaetano De Marco, fratello di Aldo, il commerciante che il 17 gennaio ha ucciso il figlio di un boss. Il 16 febbraio, Gaetano era scampato al commando omicida che aveva fatto irruzione in casa sua assassinando moglie e figlia.

Pino Masciari commenta: \”La ndrangheta non ha limiti, uccide indisturbata e nessuno si accorge di nulla, nessuno sa nulla. Questo era un omicidio annunciato, dopo quello della moglie e della figlia, uccise in casa, perché non si è sicuri in alcun luogo quando si è braccati da questi ‘mostri, ora è toccato al marito e padre, sono ritornati per ammazzarlo dopo che si era salvato per una fortunata coincidenza. Un’altra azione di guerra in piena regola, un’ennesima vendetta maturata negli ambienti della criminalità che difficilmente segnerà la fine di questo massacro. Omicidi come questo e i precedenti, servono a lanciare un messaggio e ad amplificare il dolore dei destinatari. Sono uomini di una ferocia senza fine e vogliono vendicarsi, sterminandoli\”.

Feroce omicidio a San Lorenzo del Vallo. Gaetano De Marco, l’uomo al quale furono uccise la moglie e la figlia  per vendetta, e’ stato assassinato ieri lungo la strada che conduce da Spezzano Albanese a San Lorenzo del Vallo, nel cosentino. L’uomo stava camminando per strada quando e’ stato raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco.Secondo le prime ricostruzioni fatte dai carabinieri, che indagano sull’omicidio, l’auto di Gaetano De Marco sarebbe stata affiancata da una moto di grossa cilindrata, con a bordo due persone con il casco. Dopo avere fatto inversione i due lo hanno affiancato ed hanno cominciato a sparare con una pistola. De Marco, raggiunto da numerosi colpi, è morto sul colpo. Nessuno è stato in grado di fornire particolari sugli assassini.

Sono state trovate sia la moto che la pistola usate per uccidere Gaetano De Marco stamattina a San Lorenzo del Vallo. Tanto il veicolo quanto l’arma, una 9×21, sono state bruciate dai sicari e abbandonate a poche centinaia di metri dal luogo dell’agguato mortale a De Marco. Il procuratore della Repubblica di Castrovillari che sta guidando le indagini, Franco Giacomantonio, ha commentato con amarezza e durezza quanto successo: “Non c’e’ limite alla ferocia dell’uomo. Ci si puo’ aspettare di tutto”. A parere del magistrato era state assunte tutte le misure necessarie per proteggere De Marco, lo scorso 17 febbraio miracolosamente scampato a una missione di morte durante la quale, invece, erano state barbaramente uccise la moglie e la figlia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dalla Procura antimafia di Catanzaro, sia il duplice omicidio del 17 febbraio che l’agguato di stamattina, sono la vendetta all’omicidio di Domenico Presta, il ventiduenne figlio del boss latitante Franco, ucciso il 17 gennaio a Spezzano Albanese, al culmine di una banale lite, dal commerciante Aldo De Marco, fratello di Gaetano. A questo punto, dopo la terza vittima, la vendetta dovrebbe essere conclusa, ma il procuratore Giacomantonio non si sbilancia.

\"\"L’omicidio della moglie e della figlia dell’uomo, Rosellina Indrieri e Barbara, e’ stato compiuto il 16 febbraio scorso nell’appartamento della famiglia a San Lorenzo del Vallo. Si tratta di una vendetta per vecchi fatti di sangue. Gaetano De Marco, l’uomo assassinato stamani a San Lorenzo del Vallo, e’ il fratello di Aldo, il commerciante che il 17 gennaio, a Spezzano Albanese, ha ucciso a colpi di pistola Domenico Presta, di 22 anni, figlio del boss latitante, Franco. Un delitto che, secondo gli investigatori, sarebbe il movente sia del duplice omicidio della moglie e della figlia di De Marco che di quello compiuto stamani. Le due donne furono uccise da un commando che fece irruzione nel loro appartamento sparando numerosi colpi di fucile. Nell’agguato rimase ferito un altro figlio di De Marco, Silos, di 24 anni, mentre il capofamiglia si salvo’ perche, ubriaco, dormiva in un’altra stanza e non fu notato dagli assassini.

Presta e’ ritenuto dalla Dda di Catanzaro uno dei killer piu’ spietati della Calabria. I tre omicidi per i quali e’ ricercato sono quelli di Primiano Chiarello, ucciso nel giugno del 1999 a Cassano allo Ionio e dei boss della ‘ndrangheta cosentina Antonio Sena e Francesco Bruni, detto ”bella bella”, uccisi, rispettivamente, il 12 maggio del 2000 ed il 29 luglio del 1999. Uno dei tre omicidi, in particolare, fu commesso con modalita’ particolarmente efferate. Chiarello fu attirato in una trappola da alcuni suoi conoscenti che lo condussero in una stalla. Quindi contro di lui furono sparati numerosi colpi con una mitraglietta Skorpion. Il corpo fu poi fatto a pezzi e sciolto nell’acido.

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L’inchiesta su quei tre omicidi della guerra di mafia, condotta dalla Dda catanzarese, ha gia’ portato all’arresto di tre persone, mentre Presta era gia’ latitante. Agli esecutori dei delitti, gli inquirenti sono giunti grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia oltre ad una serie di intercettazioni. Franco Presta, oltre che un killer, e’ anche indicato dagli inquirenti come il boss di una cosca che opera nell’alto Ionio Cosentino, legata a quella dei Lanzino-Cicero di Cosenza. Oltre a Presta, sono latitanti anche alcuni suoi cugini, coinvolti in un’altra inchiesta della Dda di Catanzaro, denominata Santa Tecla, che nel giugno dello scorso anno ha portato all’arresto di 67 persone tra le quali i fratelli del sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, che e’ pure indagata.

tratto da CalabriaH24.it

Una risposta

  1. Rosa ha detto:

    Quanti morti! Cosa serve ancora agli italiani per svegliarsi???

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