\”Bene, è un bel segnale, un buon inizio. Ogni volta che leggo notizie di questo genere mi rendo conto che denunciando ho dato un segnale che sta dando i suoi primi, piccoli frutti. Esorto le Istituzioni ad andare avanti così, perchè la libera impresa è veramente libera solo se il malaffare viene combattuto e sconfitto da norme come quella sugli appalti\”.
Così Pino Masciari commenta la notizia degli appalti blindati a Cosenza, che di seguito riportiamo (Fonte: Giovanni Pastore per gazzettadelsud.it)
Da qualche mese a questa parte s\’è aperta una falla nel reticolo affaristico-criminale in provincia di Cosenza. Una voragine che rischia di risucchiare la malavita organizzata. Proprio in questo grande territorio, dove la \’ndrangheta ha sempre vissuto di \”pizzo\” e di prestiti a \”strozzo\”, le cose si sono complicate maledettamente per le coppole e i loro reggipanza. Il \”Protocollo d\’intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e concessioni di lavori pubblici\” ha messo seriamente in crisi il sistema mafioso locale. Una scelta di indirizzo sollecitata dal prefetto Raffaele Cannizaro alla quale domani, alle 10.30, nella sede dell\’Ufficio territoriale del governo di piazza 11 Settembre, aderiranno ufficialmente altri 17 Comuni della provincia che andranno ad aggiungersi ai 24 che del 13 aprile scorso hanno optato per gli appalti dalle mani pulite. Un\’arma efficacissima che rischia d\’indebolire il regno dei boss abituati a comandare in questa terra stretta in una morsa di omertà, prigioniera della sua paura. Qui le \’ndrine pretendono di campare coi sacrifici della povera gente, di commercianti, bottegai, piccoli imprenditori, costruttori e, persino, degli ambulanti. La \’ndrangheta era abituata a mettere le mani negli appalti pubblici, imponendo le sue ditte, i suoi operai, i suoi prestanome, i suoi materiali scadenti. Ma, ora, le cose stanno cambiando. Gli amministratori comunali hanno scoperto la virtù del potente alleato su cui si può sempre contare: lo Stato. I primi a sottoscrivere il patto etico col prefetto sono stati i sindaci di: Cosenza, Altilia, Altomonte, Campana, Castiglione Cosentino, Castrovillari, Cetraro, Laino Castello, Marano Principato, Nocara, Paola, Rende, Rocca Imperiale, Rossano, San Giovanni in Fiore, San Lorenzo Bellizzi, San Nicola Arcella, San Pietro in Amantea, Sant\’Agata d\’Esaro, Terranova da Sibari e Villapiana. Da domani all\’elenco bisognerà aggiungere i nomi di altre 17 municipalità che hanno scelto di fare sistema all\’interno di questa rete di vigilanza sugli appalti. Altri diciassette Comuni che hanno deciso di sbattere in faccia ai mafiosi le porte dei loro Municipi.