Vi riportiamo integralmente l\’articolo scritto da Fabrizio Vespa, giornalista del quotidiano \”La Stampa\” di oggi 30 ottobre 2010 riguardo l\’uscita del libro \”Organizzare il Coraggio – La nostra vita contro la \’ndrangheta\” che potete trovare in tutte le librerie d\’Italia.
\”L\’altro giorno prima di entrare nell\’aula 35 di Palazzo Nuovo, già stipata all\’inverosimile, era circondato da un nugolo di giornalisti e operatori televisivi. Qualcuno gli chiede: «Come s\’inizia ad avere coraggio?» Lui:«Quando si smette di avere paura». Se non lo si osservasse – impeccabile nel suo completo blu e con lo sguardo profondo di chi, nonostante la scorza dura, sta\’ ancora scampando al diluvio – potrebbe suonare scontato. E invece parte tutto da questo semplice assunto la seconda vita di Pino Masciari, l\’imprenditore di Serra San Bruno che un giorno, nel pieno della sua attività con un fatturato miliardario e imprese edili in ogni punto della Calabria e all\’estero, decise di chiudere tutto e di non piegarsi alla \’ndrangheta. Risultato: decine di mafiosi arrestati e l\’ingresso nel \’97 nel Programma speciale di protezione. La qual cosa, tradotta in pratica, significa vivere nascosti e spostarsi in continuazione, svegliando i propri figli anche alle 3 di notte. Significa diventare fantasmi. Plurale d\’obbligo perchè c\’è la sua famiglia che segue lo stesso destino. Mentre martedi scorso presentava «Organizzare il Coraggio», il libro autobiografico scritto insieme alla moglie e e pubblicato per Add editore, il tono delle parole sovrastava tutti i presenti. «Sono l\’esempio di un cambiamento positivo. Dopo aver lasciato la mia terra, sono diventato un testimone di giustizia, il \”principale\” in Italia secondo l\’ex procuratore antimafia Pier Luigi Vigna. Ho avuto diversi momenti difficili e a volte ho pensato di farla finita, ma dovessi tornare indietro non cambierei nessuna delle mie scelte». La scorta gli è stata accordata da poco. Per anni lo hanno protetto le scortecivili di Libera. Dopo Saviano, il Comune di Torino gli ha conferito la cittadinanza onoraria. La sua arma, ha dichiarato Davide Mattiello, è questo libro in cui alla fine Masciari scrive che non tornerà più in Calabria. Perchè la \’ndrangheta si organizza, la Calabria invece no. Ecco perchè bisogna organizzare il coraggio.\”
da: \”La Stampa\”