Pubblicato mercoledì 20 aprile sulla \”Gazzetta Ufficiale\” il Decreto del Presidente della Repubblica, inerente lo scioglimento del Consiglio Comunale di Bordighera:
\”Il Presidente della Repubblica, considerato che nel comune di Bordighera (Imperia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, sussistono forme di ingerenza della criminalita\’ organizzata. Considerato che tali ingerenze espongono l\’amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l\’imparzialita\’ dell\’amministrazione comunale di Bordighera; Rilevato, altresi\’, che la permeabilita\’ dell\’ente ai condizionamenti esterni della criminalita\’ organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita\’ degli organi istituzionali; Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell\’amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Bordighera, per il ripristino dei principi democratici e di liberta\’ collettiva; Visto l\’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell\’interno, la cui relazione e\’ allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 10 marzo 2011; Decreta: Art. 1 II consiglio comunale di Bordighera (Imperia) e\’ sciolto per la durata di diciotto mesi\”.
La relazione del Ministro dell\’Interno, Roberto Maroni:
\”Il comune di Bordighera (Imperia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita\’ organizzata che compromettono la libera determinazione e l\’imparzialita\’ degli organi elettivi, il buon andamento dell\’amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell\’ordine e della sicurezza pubblica.
All\’esito di specifica attivita\’ investigativa condotta dalla locale Procura della Repubblica, nel mese di giugno 2010 sono stati tratti in arresto, in esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, alcuni esponenti della criminalita\’ organizzata calabrese responsabili, oltre che di altri reati di particolare allarme sociale, di minacce nei confronti di alcuni amministratori del comune di Bordighera.
In relazione a tale vicenda ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione della criminalita\’ organizzata nei confronti degli amministratori dell\’ente, il Prefetto di Imperia, con decreto in data 4 agosto 2010, ha disposto l\’accesso presso il suddetto comune.
Gli accertamenti svolti, nonche\’ gli atti processuali che sono confluiti nelle citate ordinanze ed in quella del Tribunale del riesame, hanno evidenziato un diffuso clima di intimidazione cui soggiacciono sia gli organi di governo che settori dell\’apparato burocratico dell\’ente, sottolineato dallo stesso Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sanremo nel corso della riunione in data 12 gennaio 2011 del Comitato provinciale per l\’ordine e la sicurezza pubblica.
Cio\’ e\’ stato ulteriormente confermato dalla documentazione, non piu\’ coperta dal segreto di indagine, trasmessa in data 24 febbraio 2011 al Prefetto di Imperia dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sanremo.
Rilevanza centrale va attribuita, in quanto significativa del suddetto clima, alla circostanza che due assessori siano stati intimiditi, da membri di due «famiglie» contigue alla criminalita\’ organizzata calabrese e coinvolte dai summenzionati provvedimenti dell\’autorita\’ giudiziaria, per essersi opposti, nel corso di una riunione di giunta, a che venisse autorizzata l\’apertura di una sala giochi per slot machines. In particolare, secondo quanto risulta dal verbale di assunzione di informazioni in data 18 aprile 2009 redatto nell\’ambito del citato procedimento penale, uno dei due assessori aveva ricevuto una visita da parte di esponenti della cosca la sera stessa, dopo la discussione in giunta relativa all\’apertura della sala giochi.
In tale occasione, all\’assessore che rappresentava i motivi della sua posizione contraria, era stato ricordato dai due esponenti mafiosi che quando aveva avuto-bisogno dei loro voti essi lo avevano appoggiato. L\’assessore stesso confermava tale circostanza, sebbene non fosse stato lui a richiedere detto appoggio.
Nello stesso verbale emerge in maniera ancora piu\’ chiara la capacita\’ di condizionamento da parte della cosca operante a Bordighera su tutta l\’amministrazione comunale. Infatti l\’assessore nel citato verbale riferisce che proprio il sindaco era favorevole all\’apertura della sala giochi «perche\’ aveva favori da rendere».
Nella stessa vicenda rileva la posizione di un altro assessore, citato nell\’ordinanza in data 25 giugno 2010 del Tribunale del riesame, che aveva accompagnato di persona un esponente delle suddette «famiglie», accreditandolo presso il dirigente comunale competente ed informandosi circa i requisiti necessari per l\’apertura di una sala giochi.
La circostanza che l\’autorizzazione all\’apertura della sala giochi non sia stata poi rilasciata non vale a sminuire il significato degli episodi, che rimangono comunque indicativi del penetrante condizionamento dell\’amministrazione comunale da parte della criminalita\’ organizzata.
Peraltro, anche l\’«azzeramento» della giunta, intervenuto dopo i citati provvedimenti dell\’autorita\’ giudiziaria, non appare significativo di un\’effettiva inversione di tendenza dell\’amministrazione comunale, considerato che alcuni degli ex assessori partecipano a vario titolo anche all\’attuale gestione dell\’ente.
Tale condizionamento risulta confermato dalle frequentazioni dell\’assessore da ultimo citato, che intrattiene da tempo rapporti con elementi della criminalita\’ organizzata calabrese e con le suddette «famiglie» di Bordighera, nonche\’ del vicesindaco, la cui presenza era stata notata, unitamente a quella di numerosi pregiudicati, all\’inaugurazione di un bar intestato alla moglie di un componente delle «famiglie» medesime.
Elementi sintomatici di un condizionamento dell\’amministrazione da parte della criminalita\’ organizzata sono rinvenibili anche nella vicenda di un locale notturno, di proprieta\’ di due persone collegate ad una delle suddette «famiglie» e destinatarie di altrettante ordinanze di custodia cautelare perche\’ ritenute responsabili del reato di sfruttamento della prostituzione, consumato all\’interno del locale medesimo. In considerazione della suddetta attivita\’ e della frequentazione del locale da parte di numerosi pregiudicati ritenuti contigui alle famiglie della \’ndrangheta calabrese, le forze dell\’ordine ne avevano chiesto proprio al sindaco la chiusura fin dal giugno 2009.
E\’ significativo che solo in data 18 giugno 2010, a seguito dei summenzionati arresti avvenuti pochi giorni prima, sia stata adottata l\’ordinanza di sospensione richiesta dalle forze dell\’ordine un anno prima.
Ulteriori indizi della permeabilita\’ dell\’amministrazione comunale nei confronti degli interessi della criminalita\’ organizzata sono riscontrabili nella scelta, ritenuta «incomprensibile» dalla commissione d\’indagine non costituirsi in giudizio, nei vari procedimenti promossi dalla citata «famiglia» avverso provvedimenti adottati dall\’amministrazione medesima per reprimere alcuni abusi edilizi, e di non verificarne l\’esito; atteggiamento che ha originato il notevole ritardo con cui e\’ stata adottata l\’ordinanza di demolizione delle opere abusive.
Le suesposte forme di condizionamento hanno compromesso l\’imparzialita\’ dell\’amministrazione anche nel settore degli appalti.
La relazione della commissione d\’indagine rileva infatti che la «famiglia» in questione ha goduto di un certo «favor» – soprattutto nel periodo 2003-2007 ed in particolare a cavallo delle elezioni comunali del maggio 2007 – caratterizzato da omissione di controlli nella esecuzione di lavori pubblici alla medesima affidati in appalto o in subappalto.
Particolarmente grave appare l\’omessa richiesta delcertificato del casellario giudiziario dal quale sarebbe risultato che la societa\’ facente capo alla medesima «famiglia» non poteva essere destinataria di affidamenti, di subappalti, ne\’ stipulare contratti con la pubblica amministrazione.
La disparita\’ di trattamento appare ancora piu\’ evidente e significativa operando un raffronto con altri appalti, aggiudicati a soggetti diversi, in cui non risultano le stesse anomalie ed omissioni.
Benche\’ la maggior parte delle procedure di appalto in questione riguardino la precedente consiliatura, le parzialita\’ compiute vanno comunque ricondotte alla responsabilita\’ dell\’attuale amministrazione, in virtu\’ dei profili di continuita\’ rappresentati dal sindaco, al suo secondo mandato, nonche\’ dai componenti dei precedenti organi di governo presenti anche nell\’attuale consiliatura.
L\’insieme dei suesposti elementi appare idoneo a suffragare le rilevate forme di condizionamento del procedimento di formazione della volonta\’ degli organi, essendo questo inciso dai collegamenti che compromettono il buon andamento e l\’imparzialita\’ dell\’amministrazione comunale, determinando deviazioni nella conduzione di settori cruciali dell\’ente, come quello degli appalti pubblici.
Ritengo pertanto che, sulla base di tali elementi, ricorrano le condizioni per l\’adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Bordighera (Imperia) ai sensi dell\’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con l\’affidamento della gestione dell\’ente locale ad una commissione straordinaria, per rimuovere gli effetti delle predette anomalie, anche in virtu\’ degli speciali poteri di cui all\’art.145 del medesimo decreto legislativo.
In relazione alla presenza ed all\’estensione dell\’influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 9 marzo 2011
Il Ministro dell\’interno: Maroni\”