Immagini e video della giornata di ieri si possono trovare QUI.
Ieri c’ero, assieme ad Emilio.
Una giornata intera con Pino.
Le Castella,meraviglioso centro turistico calabrese, della mia Calabria, ma anche al centro di un territorio martoriato dalla ndrangheta.
Le emozioni sono state fortissime sin dal viaggio. Percorrere la piana di Crotone immersa nei suoi brandelli di storia, di cui oramai non c’è più traccia, è come far visita ad un malato teminale. Per me è un malato importante, è la mia terra, e dunque è come un familiare o un caro amico che sta morendo, non riesci a dirgli nulla…solo un nodo alla gola.
Una mattinata allegrissima, fino al pranzo, con Pino, che non rivedevo dalla manifestazione a Palermo dello scorso luglio.
Lui è sempre così, un amico allegro, uno di quelli che anima la compagnia, che abbraccia e fa amicizia con tutti… scherziamo sull’ambiente, sul vino di Cirò, il pesce alla griglia…
Quando sale sul palco assieme agli altri ospiti della tavola rotonda provo un’emozione forte. Lo guardo con orgoglio, girandomi verso la platea come per dire “io sono amica di Pino Masciari”, di più, sono come una parente per lui,un piccolo legame con la sua terra.
Il suo turno viene dopo quello di Suor Carolina Iavazzo, che fu collaboratrice di don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio di Palermo, testimone dello straordinario operato di quell’uomo mandato da Dio per strappare la sua gente alla mafia.
Pino si alza in piedi, dice come sempre che da seduto non riesce a parlare. Allora, i vescovi, lo fanno accomodare al legio, come se fosse l’ospite d’onore. Ma è più che altro la curiosità di conoscerlo che spinge tutti ad un’attenzione straordinaria verso di lui. Si, è così. In Calabria nessuno o pochi, troppo pochi, conoscono la sua storia. Eppure l’Italia intera la conosce…
Le sue parole sono forti come sempre, riassume la sua vita da carcerato di Stato, carcerato perchè onesto, il suo inferno per la mancanza di sicurezza per se e per la sua famiglia. Il distacco dolorosissimo dalla sua terra e dal suo lavoro. Il distacco da parte di chi, poi, non lo ha più cercato…La Calabria che si è scordata di lui. L’addio a sua madre, che gli dice di essere stata fiera d’aver avuto un figlio così. I suoi sensi di colpa… Il dolore disperato dettato dalla paura che il suo gesto, il suo sacrificio non serva per risvegliare e riscattare questa terra, la nostra terra, mia e di Pino, l’amore che ci accomuna, la Calabria. L’onestà, l’amore per il suo lavoro, che lo Stato non gli ha permesso più di fare, perchè con le sue testimonianze è andato oltre, non s’è fermato al racket ed al pizzo…
Le sue lacrime abbondanti stupiscono tutti, ha tirato fuori il suo cuore e tutto ciò che si porta dentro da 12 anni, e che quì in Calabria, davanti ad una platea istituzionale così importante, non era riuscito a dire… Empaticamente piango con lui. Un sacerdote seduto accanto a me, tira su col naso, s’inginocchia, e prega. Mi guardo intorno…piangono tutti.
Dopo il suo intervento scoppia l’applauso. La prima ad alzarsi in piedi non sono io, ma una signora anziana seduta davanti a me. Mi giro ed alle mei spalle scopro che uno per uno si alzano tutti. Sacerdoti, laici, persone che per tutta la giornata avevano ascoltato gli interventi con estrema compostezza, applaudono il mio Pino, ora, con forza, orgoglio, dignità… siamo con te. Siamo fieri di te. Noi calabresi, siamo fieri si te. Lo sono i vescovi, i sacerdti, i laici, gli uomini e le donne che fanno finta di non vedere e non sentire ciò che avviene in Calabria. Ma ora sono pronti a seguirti….
Alla fine dell’incontro, l’assalto. Tutti vogliono restare in contatto con lui. Lo vogliono nelle scuole, nei posti che contano, perchè la tua testimonianza ci serve. E’ nostra. Ci appartiene, la vogliamo. La rivogliamo. Dopo anni di silenzio, la rivogliamo. Perchè è un’ancora di salvezza, per noi. Ci indichi la via per uscire dal buio di una vita che ci soffoca, in Calabria. Tu sei il nostro pioniere, Pino. Il nostro esempio migliore. Perchè tu potevi scegliere di vivere tranquillamente facendo campare a tue spese il sistema… non lo hai fatto, per amore. Amore per il tuo lavoro, per la tua terra, per la giustizia e l’onestà.
Ieri ti chiedevi in lacrime se n’è valsa la pena far compiere questo enorme sacrificio alla tua famiglia, che quì n Calabria ha lasciato per sempre gli affetti e le radici, e la possibilità di avere una vita normale. Io ti doco, Pino, che ci sono uomini che vengono al mondo per compiere una missione, che spinti da una forte vocazione che li porta a superare se stessi, sentono di dover vivere per lasciare un segno profondissimo. Io oggi ti dico grazie, perchè senza il tuo esempio, senza la tua scelta, io, e con me tanti giovani, tante donne e tanti uomini figli di questa terra, non avremmo una speranza alla quale aggrapparci. Non vedremmo la via d’uscita da questo buio tunnel.
Grazie, con tutto l’amore che posso, grazie.
Anna Rita
Cari Pino, Marisa, francesco ed Ottavia,
in questi momenti difficili sappiate che vi penso con affetto!
un abbraccio
marta
Grandi AnnaRita ed Emilio! Leggere i vostri resoconti è emozionante, vi abbraccio.
Caro Pino che dire? Emozioni sempre e… noi proviamo ogni giorno a fare del ns meglio, anche grazie al tuo preziosissimo esempio. Siamo con te. Un bacio a Marisa e i ragazzi!