Da qualche anno l’abitudine governativa di far fronte alle richieste di adeguamento degli stipendi, di diminuzione della pressione fiscale, di calmierare i prezzi di alcuni beni divenuti eccessivi, è quella di erogare bonus. C’è un bonus per tutto: bonus bebè, bonus diciottenni, bonus docenti, bonus tv, bonus monopattino, bonus vacanze… e quando siamo particolarmente fortunati arriviamo a ricevere i superbonus! E anche nell’ultimo decreto legge troviamo ancora un’altra misura del genere: bonus da 150 euro ecc. ecc.
Questa modalità di gestione delle politiche sociali lascia intendere o un’incapacità di programmare seriamente interventi strutturali che non siano un palliativo momentaneo, ma che diano risposte alle varie categorie di lavoratori e cittadini in modo definitivo e non una tantum; oppure, ancora peggio, una mancanza di volontà a compiere le politiche idonee alla risoluzione definitiva delle difficoltà economiche.
Ancora peggiore del bonus stesso è l’affezione che ormai abbiamo sviluppato nei riguardi di queste elargizioni che, a mio parere, hanno lo stesso sapore dell’elemosina, poiché lo Stato ad alcune necessità dovrebbe provvedere in modo strutturato e sistematico e non in siffatta maniera. E poi non solo: alcuni di questi famosi bonus sono spendibili sono in beni di una certa categoria merceologica… il sospetto mi viene: è un aiuto a chi lo riceve o alle ditte produttrici del bene in questione?
Sarebbe lunga la lista di contestazioni da fare contro questo Stato che eroga bonus come in famiglia si danno le mancette ai bambini… preferisco fermarmi, lasciando aperta la riflessione e spero solo che finalmente, se non per convinzione almeno per stanchezza, ci sia una ferma opposizione a questo modo di gestire la cosa pubblica che proprio non va!