Intimidazione della mafia al testimone di giustizia Masciari. Il Sialp: \’La misura è colma\’
L’inevitabile è accaduto. Anzi, stava per accadere. Martedì scorso il testimone di giustizia, Pino Masciari, ha subito un’intimidazione dalla ‘ndrangheta. (per correttezza precisiamo che l\’ordigno non é stato ritrovato dal Sig. Masciari)Recandosi presso la sede della sua ex azienda (la Masciari costruzioni a Vibo Valentia in Via Aldo Moro) ha scovato un involucro di plastica di piccole dimensioni rimasto inesploso con a fianco un cubetto di diavolina carbonizzato. È quanto ha denunciato la responsabile del Sialp (Sindacato Imprese Appaltatrici Lavori Pubblici) di Benevento e del Mezzogiorno e delle Isole, Rosaria Pisaniello che ha detto: “La misura colma\”.
Masciari, attualmente testimone (l\’articolo riporta erroneamente \’collaboratore\’) di giustizia, ex imprenditore, denunciò 12 anni fa i suoi estorsori e ha testimoniato in tutti i principali processi contro la ‘ndrangheta. Ma paradosso vuole che al momento non si veda più concesse dallo Stato (dalla Commissione centrale del Ministero dell’Interno, ndr), dopo 10 anni, le misure speciali di protezione, scorta e tutela, benché gli siano state riconosciute come necessarie in una sentenza del Tar del Lazio nel gennaio 2009. Attualmente vive in una località segreta.
Comprensibile, dunque, l’amarezza della Pisaniello: “Se le istituzioni non funzionano, la legalità non sarà mai d’esempio per nessuno. Masciari vive da 12 anni lontano dalla sua terra dopo aver denunciato le pressioni della ‘ndrangheta sulla sua attività. Il bene principale di una persona è la vita e quella di Pino va tutelata insieme con la famiglia. I suoi figli vivono segregati in casa. Non sanno correre. L’infanzia gli è stata negata. Non hanno documenti, non sanno dove andare, non possono iniziare un’attività lavorativa. Ciò suscita profonda amarezza negli imprenditori che vogliono denunciare l’illecito negli appalti pubblici”.
Molte le manifestazioni in favore dell’ex imprenditore calabrese negli ultimi mesi. Una delle ultime a Roma, dinnanzi al Viminale, nel mese di maggio. Anche in quell’occasione furono chieste misure di protezione, ma nulla fu ottenuto. Sentimmo allora il responsabile dell’ufficio stampa di Masciari, Andrea Sacco, che dichiarò: “La protesta si sposterà su un altro piano. Se attraverso le manifestazioni non siamo riusciti ad ottenere ciò che chiedevamo per Masciari, cominceremo allora a presentare denuncie nelle sedi competenti. La prima cosa che chiediamo è la sicurezza. Dopo la manifestazione non abbiamo ottenuto la scorta, ma abbiamo dovuto prendere un taxi. I testimoni di giustizia non possono subire questo massacro per aver denunciato un illecito”.
Martedì scorso l’avvertimento. Giorno successivo alle manifestazioni organizzate in ricordo del giudice Paolo Borsellino. Ora sono in corso le indagini dei carabinieri della locale stazione. “Benevento – ha concluso la responsabile Sialp – ha adottato la situazione di Pino Masciari creando una rete di solidarietà. Non gli abbiamo mai fatto mancare la nostra vicinanza e il nostro affetto. Prevediamo, per l’anno prossimo, di promuovere, all’interno della giornata antiracket, un Masciari day”.
sì, di queste porcate la misura è veramente colma. Ma i Masciari non sono soli, i Masciari sono pieni di amici, i Masciari siamo tutti noi.
Vi abbraccio forte e mi stringo a Voi: non praevalebunt, mai!
Riccardo
Le tante manifestazioni di solidarietà e di vicinanza che sono giunte in questi giorni a seguito all’intimidazione subita da Pino Masciari non devono correre il rischio di rimanere atto dettato, quasi imposto, dall’episodio contingente. Non si deve più continuare a “subire” gli avvenimenti. Le forze politiche, coloro che davvero hanno voce e mezzi per agire concretamente nel caso di Pino Masciari e della sua famiglia e che si riconoscono nei valori espressi da coloro per i quali si producono “comunicati e commemorazioni”, devono capire che la società civile, che ancora esiste in questo paese e che spesso stenta a riconoscersi in tanti uomini “nominati” è stanca di pacche sulla spalla e inviti a “non mollare”. Occorrono azioni e iniziative concrete da parte di tutti : con azioni e scelte concrete si dia testimonianza di aver scelto, una volta per tutte e senza ambiguità, di combattere la battaglia della Legalità e della Giustizia. Non subire gli avvenimenti significa avere “un progetto” da perseguire , facendo sì che uomini , imprenditori come Pino Masciari, finiscano di restare nell’ombra , ancora reclusi , ma diventino risorse e ricchezza concreta per questo paese. Uomini come Pino Masciari costituivano e costruivano ( è proprio il caso di dirlo…) sviluppo vero, sano, per il territorio dove operavano assicurando lavoro onesto a centinaia di famiglie. Fa piacere leggere i tanti comunicati ma farebbe ancora più piacere , lo ripeto, se questi comunicati fossero i “prodromi” di un progetto di vita , vera, per il testimone di giustizia Pino Masciari e par la sua famiglia. La relazione della Commissione Antimafia della passata legislatura , presieduta dalla senatrice Angela Napoli, ha fotografato con una frase emblematica tutta la vicenda che ha visto come protagonisti Pino Masciari, la sua famiglia, insieme ad altri testimoni di giustizia : “Occorre un mutamento di mentalità e metodo, una diversa filosofia nell’approccio alla figura del testimone che va visto non come un “peso” ma come una “risorsa. E allora , si operi in modo che quelle parole non rimangano tali , non siano l’ennesimo atto da aggiungere ai tanti “comunicati-pacche sulle spalle-non mollare” ma diventino punto di partenza per mettere a frutto le capacità e il valore umano e morale di uomini come Pino Masciari. Loro sì, i valori che hanno portato uomini come Pino e Marisa Masciari a compiere scelte difficili e coraggiose, sono le basi solide e sane su cui il paese può rinoscere e sollevarsi dal declino morale nel quale pare quotidianamente scivolarare.
Un abbraccio a Pino , a Marisa , a Ottavia e a Francesco
Arturo Francesco Masciari
Con questo segnale lo stato si deve svegliare per diventare quello Stato con la S maiuscola che tutti noi vorremmo.
Con tutti noi intendo le persone che vedono nelle mafie e nel modo di agire mafioso, una enorme montagna di merda (per citare Peppino Impastato).
Ogni percorso di cambiamento è duro e di non facile attuazione basti pensare da quanto tempo si sta cercando di far capire la differenza FONDAMENTALE fra TESTIMONE di giustizia e COLLABORATORE.
Cari giornalisti se avete dei dubbi chiedete prima di offendere le persone:
Pino Masciari è un TESTIMONE di Giustizia !
Il COLLABORATORE lasciatelo fare a Riina e agli altri picciotti
ripeto: Pino Masciari è un TESTIMONE di Giustizia ! NON un collaboratore di giustizia.
un abbraccio Grande !
Andrea
Grazie per la tua persona in via D’Amelio il 19 Luglio: hai parlato bene e illuminato non solo la vita del piccolo lì con te ma anche la mia e di altri. La forza rimanga con te molto più a lungo che la “vita” delle persone di ‘Ndrangheta.
Un saluto vivo.
siamo due persone venute a conoscenza della tua storia, speriamo veramente di poterti allungare la vita, come tu dici.
Grazie per il coraggio e l’onestà che metti nel fare le scelte che hai fatto e che ti stanno condizionando la vita.
Ti esprimiamo la nostra solidarietà, per tutte le cattiverie che purtroppo non ti vengono risparmiate, per non farti sentire troppo solo….
Cate e Andrea