di Adriana Digregorio IV A Liceo classico “P. Virgilio Marone” di Gioia del Colle scritto dopo il 24 gennaio 2013, giorno della cittadinanza onoraria a Pino Masciari
Spesso mi hanno detto che “Se non uccide, fortifica.” Ma la mafia uccide, uccide chi non vuole pagare il pizzo, la mafia ti stringe in una morsa che difficilmente ti lascia andare, che difficilmente ti fa respirare. E se uccide? Perché a volte fa male da morire, da morire per davvero. Perché a volte cammini, bevi, respiri e mangi, ma non sei vivo. Non sei vivo perché il cuore batte ma allo stesso tempo s’è fermato. Sono le morti peggiori, quelle invisibili. Sono quelle morti che nessuno riesce a vedere, che nascondi dietro a un sorriso. Non sei più vivo quando la notte non riesci a dormire, perché nella tua testa risuona una vita che non riesci a spiegarti. Non sei vivo quando hai gli occhi lucidi, ma non piangi. Non sei vivo. Sei distrutto. Tutto questo fortifica? Davvero? Davvero Lui ne uscirà più forte? O forse, forse no. Forse sarà meno vulnerabile, tutto qua. Ho avuto l’opportunità di incontrarlo ancora una volta. Il coraggio fatto in persona, Pino Masciari. Testimone di Giustizia, che con tutto il dolore che ha nel cuore, continua ad abbracciare la sua vita dolcemente. È scoppiato tutto d’un colpo, Pino. Quando ha deciso di buttarle fuori quelle parole che marcivano dentro il suo corpo, quelle parole che tagliavano come lame. Pino ha paura, lo so, ma ci sa convivere con questa, non si fa condizionare. Ed è proprio questo il coraggio, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza. La mafia ti uccide piano piano, tra mille ingiustizie. Fa paura la ‘ndrangheta sì, ma fa più paura il pensiero di essere dominati da essa, e il silenzio, quello sì che fa paura, quello sì che uccide. Si muore perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno! Pino è solo, è stato abbandonato dallo Stato, che dovrebbe essere il suo migliore amico. Ma io Pino, se mi ascolti, se mi senti, sappi che non ti lascerò mai. E con me, tutti noi. Sei arrivato al punto di non sapere più chi sei, ti viene voglia di sbattere la testa contro il muro e farla finita, ma raccogli tutti i tuoi pezzi scheggiati, graffiati, rovinati, appuntiti, pungenti e insegna agli altri ad amare la giustizia, il coraggio, la parola, la vita. Insegna agli altri ad abbattere il muro dell’omertà.