di Claudio Cordova (Strill.it)
“All’interno della cosca Commisso, faceva parte del sodalizio, insieme al fratello Antonio cl. 49 detto “il topo”, quale elemento in posizione apicale e con la carica di “santista”, contribuiva a dirigere e coordinare il sodalizio, prendendo le decisioni più rilevanti, impartendo ruoli e disposizioni agli altri associati; curava i rapporti con gli altri elementi di spicco della cosca Commisso (in particolare, con Commisso Giuseppe cl. 47 e con Commisso Antonio cl. 25), nonché con gli esponenti dell’articolazione torinese della ‘ndrangheta di Siderno (in particolare, con Catalano Giuseppe e Cataldo Carmelo)”.
Sembra il profilo di un pluripregiudicato per reati di mafia. E’ invece l’accusa che gli investigatori contestano ad Alessandro Figliomeni, ex sindaco di Siderno, tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Bene comune”, condotta da Polizia e Carabinieri contro la potente cosca Commisso. Per Figliomeni il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo ha spiccato un provvedimento di fermo con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Figliomeni sarebbe stato il referente politico della cosca. Scrivono gli inquirenti: “Partecipando direttamente a competizioni elettorali, anche con il supporto dell’intera organizzazione o di parte di essa, ricoprendo altresì la carica di Sindaco del Comune di Siderno, si poneva quale uomo politico di riferimento per il sodalizio criminale a Siderno ed a livello regionale, promuovendo anche in tale veste gli interessi della cosca e favorendo, anche nell’adozione di specifici provvedimenti, personaggi intranei o vicini al sodalizio”.
Secondo gli investigatori Figliomeni sarebbe un soggetto intraneo alla potente cosca Commisso e sarebbe percepito come tale dagli altri affiliati. In una intercettazione telefonica, un appartenente alla cosca, Domenico Gangemi, si esprime così, con il proprio interlocutore, riguardo a Figliomeni: “pure il sindaco di Siderno è un cristiano come noi” – “…da diverse parti hanno il sindaco… in tanti locali” – “… per dire… per dire il Sindaco di Siderno.. .il Sindaco di Siderno lo sapete che è capo locale a Siderno”.
Figliomeni avrebbe avuto, addirittura, il ruolo di “santista”, un ruolo apicale nella gerarchia delle ‘ndrine. Significativa, a tal proposito, la conversazione tra due soggetti vicini all’organizzazione:
SCAMBELLURI ANTONIO: …(incomprensibile)… nella ‘ndrina è più alto di voi?
MUIÀ FRANCESCO: … il Sandro FIGLIOMENI? …
SCAMBELLURI A.: … Eh!
MUIÀ F.: … a voglia! Io non sono niente! Non sono “attivo” io! Sono att … dicono che sono “attivo” … ma io … io non sto andando più … pure che mi chiamano non vado …
SCAMBELLURI A.: … nella carica che avete voi …(incomprensibile)…
MUIÀ F.: Santista sì!
SCAMBELLURI A.: Eh! … e lui è sopra del “santista”?
MUIÀ F.: ..E sopra il “santista” non c’è niente Anto’, è l’ultimo grado!
Sono tanti i riferimenti che presunti affiliati fanno nei confronti di Figliomeni. Uno di questi, Nicola Romano, attraversando il centro abitato di Siderno a bordo delle propria autovettura, evidenzia il fatto che Figliomeni “….sia un’uomo dei suoi, uomini di malavita che capiscono la malavita…”. Dalle intercettazioni dei presunti affiliati emergerebbe dunque un quadro impressionante riguardo a Figliomeni, indicato anche come appartenente alla massoneria.
Figliomeni sarebbe entrato anche in contrasto con Giuseppe Commisso, detto “u mastru”, la cui figura apicale è già emersa nell’ambito dell’operazione “Crimine”. Contrasti che spingeranno Commisso a negare l’appoggio elettorale a Figliomeni nell’ambito delle consultazioni elettorali. Scrivono gli investigatori: “L’esistenza di contrasti tra questi due importanti esponenti della ‘ndrangheta sidernese, tuttavia, non deve trarre in inganno: si tratta sempre e comunque di dissapori “interni” al sodalizio”.
In virtù dell’appartenenza alla ‘ndrangheta, Figliomeni avrebbe anche scelto di non far costituire come parte civile il Comune nel processo per far luce sull’omicidio del giovane Gianluca Congiusta. Scrivono gli investigatori: “Assolutamente indicativo, soprattutto se letto alla luce delle acquisizioni complessive che si vanno esponendo nel presente provvedimento, il comportamento dell’allora primo cittadino di Siderno in occasione della mancata costituzione di parte civile del Comune di Siderno nell’ambito del processo per l’omicidio del giovane imprenditore Gianluca Congiusta”.
\’NDRANGHETA: PIGNATONE, COLPITO CLAN TRA I PIU\’ RICCHI E POTENTI
(AGI) – Reggio Calabria, 14 dic.- \”La cosca Commisso e\’ una delle piu\’ potenti e piu\’ ricche\”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, a margine della conferenza stampa svoltasi per illustrare i particolari dell\’operazione di polizia giudiziaria che ha portato in carcere 51 presunti affiliati di una delle piu\’ potenti cosche della \’ndrangheta reggina. \”L\’indagine – ha sottolineato Pignatone – conferma altre cose: innanzitutto l\’unitarieta\’ della \’ndrangheta. Da tutte le intercettazioni e dall\’attivita\’ di riscontro, sia della polizia, sia dei carabinieri, emerge che quello che loro definiscono il \’bene comune\’, cioe\’ il bene dell\’associazione, e\’ inteso unitariamente\”. (Continua a leggere)