Tre anni fa in una calda notte primaverile, esattamente il 10 giugno del 2008, i carabinieri dei Ros su ordine della Dda di Catanzaro e della Procura cosentina, con i giudici Spagnuolo, Minisci, Sforza e Curreli, circondavano un intero quartiere cittadino, San Vito alto, per il blitz denominato \”Anaconda\”. Un\’indagine che ha portato al processo di un intero presunto clan mafioso che ieri ha trovato riscontro parziale nella sentenza di primo grado. Tutti gli imputati, infatti, vanno ritenuti innocenti fino al compimento dei tre gradi di giudizio.
Il procedimento si era diviso in seguito in tre tronconi. L\’omicidio Cerminara era finito in corte d\’Assise, una parte degli imputati avevano scelto il rito abbreviato e si attendevano solo le decisioni del tribunale ordinario per chiudere questa prima tornata di sentenze.
Ieri i giudici Giovanni Garofalo, Giuseppa Ferrucci e Lucia Marletta, dopo la requisitoria del pm della Dda Bruni, e dopo le arringhe difensive, hanno così disposto nella sentenza di primo grado, riconoscendo l\’esistenza di un clan mafioso con a capo Domenico Cicero al quale hanno comminato 15 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso: nove anni a Osvaldo Cicero, per associazione mafiosa; otto anni e 4 mesi a Francesco Cicero, per associazione mafiosa; undici anni di reclusione a Vincenzo Candreva, per associazione mafiosa; otto anni e 4 mesi a Giampiero Stellato, per associazione mafiosa. E sempre per lo stesso reato, nove anni e sei mesi a Giuseppe Perna, otto ani e 4 mesi a Gerardo Zazzaro, quattro anni e 4 mesi a Orlando Baleno, quattro ani e 4 mesi a Katia Greco, tre anni e dieci mesi a Vanessa Greco. Poi otto mesi di reclusione a Ippolito Grandinetti e un anno a Vincenzo Scornaienghi per altri reati, pena sospesa per entrambi. I giudici hanno assolto da ogni reato a lui ascritto Piero Mazzei, per non aver commesso il fatto. Per Riccardo Greco, deceduto mesi fa nel carcere di Rebibbia, i giudici hanno disposto il non doversi procedere per tutti i reati contestati. Inoltre la corte ha stabilito l\’interdizione dai pubblici uffici agli imputati per la durata della pena comminata e ha anche disposto la confisca della discoteca \”La corte dei miracoli\”, odierna \”Le club\”.
Infine i giudici hanno stabilito anche i risarcimenti alle parti civili. Ottantamila euro alla Regione Calabria, Cinquatamila euro alla Provincia di Cosenza; e circa diecimila euro a due gruppi assicurativi cittadini. Entro novanta giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza di primo grado per consentire al collegio difensivo di proporre appello avverso le decisioni, presso la corte di Catanzaro.
tratto da Gazzetta del Sud