Anche questo fa\’ la \’ndrangheta, evocare comportamenti ed atteggiamenti da \”\’ndranghetisti\” a personaggi che \”FORSE\” con la \’ndrangheta non hanno a che fare. Ma questo non è ancor più grave? Il vero mafioso probabilmente oltre che crescere in un ambiente sociale dedito a questo tipo di atteggiamento, lo diventa concretamente nel momento in cui il suo modo di fare e di pensare diventa tale da potergli attribuire il termine \”mafioso\” per cui si, atteggiarsi in comportamenti da \’ndranghetista\” è molto grave perchè a furia di \”far finta\” lo si diventa veramente!
Ecco quanto riferisce il giornalista del Corriere della Sera Luigi Ferrarella sull\’interrogatorio fatto dagli inquirenti al direttore (che ormai dovrebbe essere ex) sanitario della Asl di Pavia arrestato nei giorni scorsi per associazione mafiosa:
La difesa del direttore sanitario arrestato a Pavia: morbosamente affascinato
\’NDRANGHETA, primi interrogatori DOPO LA RETATA TRA LE COSCHE AL NORD
«Io boss? Fin da giovane fingo di esserlo»
La difesa del direttore sanitario arrestato a Pavia: morbosamente affascinato
Carlo Antonio Chiriaco |
C\’è chi è drogato di lavoro, chi magari è malato di saudade, chi è roso dal demone del gioco: invece Carlo Antonio Chiriaco, il direttore sanitario dell’Asl di Pavia arrestato per associazione mafiosa e corruzione elettorale nella maxioperazione Milano-Reggio Calabria da 300 arresti, dice di essere malato di ’ndrangheta. Affascinato «morbosamente» (dice proprio così nell’interrogatorio) dalla voglia, fin da giovane, di farsi credere dagli altri un malavitoso della ’ndrangheta, per vedere poi l’effetto che fa in chi ascolta. È la singolare spiegazione che ha ritenuto di offrire ai magistrati per difendersi dalle proprie stesse parole intercettate, che dal gip Andrea Ghinetti l’hanno fatto definire «uno degli uomini più influenti della sanità lombarda» tramutato in «una risorsa insostituibile per la ‘ndrangheta in Lombardia ».
Uno che «incanala i voti di cui dispongono Pino Neri e Cosimo Barranca (capi dei clan in Lombardia e a Milano, ndr) a favore della candidatura di Giancarlo Abelli e Angelo Giammario » (parlamentare e consigliere regionale pdl): al punto da «portare l’uomo di fiducia di Neri, Del Prete, a colloquiare direttamente con Abelli, proponendogli i voti di uno dei più alti esponenti di ‘ndrangheta». Neri e Barranca? Li conoscevo ma ignoravo fossero mafiosi, sostiene ora Chiriaco. Le mie intercettazioni? Solo millanterie, anzi proprio una patologia. Al punto che qui la difesa, consapevole di dover comunque affrontare poi il merito di alcuni fatti valorizzati dai pm, appare intenzionata a sperimentare persino una perizia psicologica. Certo è che, anche a prescindere dai fatti scoperti dall’ultima indagine e che toccherà al difensore Maria Teresa Zampogna provare a smontare nelle prossime settimane, a posteriori appare davvero curioso come l’amministrazione pubblica abbia potuto nominare direttore sanitario dell’Asl di Pavia (budget annuale di 780 milioni di euro per 530mila cittadini) una persona condannata il 26 aprile 2007 per esercizio abusivo di professione sanitaria in relazione alla gestione del suo studio professionale odontoiatrico. O che nel 1995, in concorso con l’esponente di ’ndrangheta Fortunato Valle, si era visto infliggere 2 anni e 2 mesi per una estorsione del 1991 quand’era già direttore di presidio presso il Policlinico S. Matteo di Pavia: condanna poi due volte rimbalzata tra conferme e annullamenti in Cassazione, fino a essere cancellata dalla prescrizione nel terzo processo d’Appello il 4 maggio 2007. E proprio la voce di Chiriaco, intercettata, ha raccontato ora agli inquirenti un retroscena di quel processo, e cioè—scrivono i giudici — «gli stratagemmi adottati, fino a preparare prove false, per uscire indenne».
Infatti «uno degli indizi pesanti che io avevo — rievoca il manager intercettato—era che mi avevano preso un’agendina che c\’era scritto NATO euro 830… Io dicevo che era NATO Fortugno», cioè Fortunato Fortugno, che secondo i pm Chiriaco «fa chiamare al fine di avere un falso alibi ove se ne fosse presentata la necessità»; mentre «la Procura — ricorda Chiriaco — diceva che era NATO Valle (cioè Fortunato Valle). Ed in realtà era NATO Valle…». Del resto, il 20 ottobre 2009 Chiriaco mostra di non dubitare su chi scegliere: «L\’importante è non tirarmi dietro alle spalle i Valle. Perché tra i Valle e la magistratura, preferisco avere dietro alle spalle la magistratura».
Ciao Pino,
grazie del banner! un abbraccio e a presto!
Emma – Ravenna Punto a Capo