Il senso di responsabilità è stato alla base della mia scelta di dire no alla ‘ndrangheta e alle sue vessazioni. È stato senso di responsabilità nei confronti dello Stato, del territorio in cui vivevo, della mia famiglia, dei miei figli, di me stesso.
È brutto però dover constatare che ancora oggi a distanza di trent’anni la mia scelta porta i segni della straordinarietà. Vince la logica della convenienza, del clientelismo, dei percorsi facili, del far passare per normale la disonestà anziché l’onesta.
Penso che sia dovere dello Stato, delle istituzioni, fornire gli strumenti perchè diventi finalmente normale ciò che ancora oggi è eccezionale.
Il significato autentico di giustizia, legalità, trasparenza, deve essere concreto, con scelte e indirizzi chiari, senza lasciare spazio a situazioni equivoche. Non abbiamo bisogno di parole vuote e prive di significato, abbiamo bisogno di esempi concreti!