Non si possono fare scelte radicali come la mia per poi ritrovarsi invischiati nei garbugli delle procedure amministrative, burocratiche, che tutto sono fuorché umane, che tentano di incasellare esperienze di vita che andrebbero solo accolte, valorizzate e rese “normali”, per spronare sempre più persone a compierle.
Promuovere seriamente e concretamente azioni di contrasto alla ’ndrangheta vuol dire rendere possibile, per chi decide di denunciare, una vita là dove si è nati, una vita che permetta la realizzazione dei propri progetti, la possibilità di lavorare in sicurezza, in serenità! Lo Stato si deve impegnare affinché tutto ciò diventi realtà! Questa sarebbe la vera svolta nella lotta contro criminalità organizzata!