Apriamo gli occhi e usiamo la voce per gridare forte ogni ingiustizia che siamo costretti a subire.
>Mare, le nuove analisi danno ragione ai bagnanti Arpacal: «Batteri in acqua a Santa Maria del Cedro»<-
A Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza sul meraviglioso Tirreno, un gruppo di bagnanti ha invaso la statale 18 mandando in tilt la circolazione come segno di protesta. Esasperati dai liquami, che da giorni facevano da padrone in mare impedendo a chiunque di fare un bagno in tranquillità e sicurezza, i bagnanti hanno reagito. Le prime analisi avevano escluso il rischio di inquinamento delle acque ma proprio ieri l\’Arpacal ha confermato i sospetti: i valori di escherichia coli dei campioni d\’acqua di mare, prelevati nei pressi della foce del torrente Fiumicello (tra Grisolia e Santa Maria del Cedro), sono superiori rispetto a quelli stabiliti dalla normativa sulla balneazione. Il mare è inquinato. Finalmente se ne ha la conferma. Dense scie marroni da anni invadono e popolano il nostro mare. E ciò avviene soprattutto nel mese di agosto quando il numero della popolazione aumenta con l\’arrivo dei turisti. \”Non è inquinato, è solo la terra che smuove il mare stesso\”. La solita scusa con la quale da anni giustifichiamo la nostra indifferenza. In Calabria le cose non funzionano e i calabresi il più delle volte non se ne preoccupano. Non alzano la voce, non pretendono e non reclamano i propri diritti. Eppure basterebbe poco:depuratori a norma europea. Ma da quando ci sono in Calabria i depuratori non funzionano. E allora il mare diventa una discarica a cielo aperto. Tutti a scaricare in mare \”tanto è immenso, figurati se può succedere qualcosa\”. Non possiamo più fingere che tutto vada bene.
In Calabria nulla funziona. Persino il turismo, economicamente essenziale, rischia il fallimento. La Calabria muore ogni giorno, in ogni piccola grande mancanza; tra l\’indifferenza dei calabresi. Dobbiamo reagire, ne va della nostra salute, di quella dei nostri figli, del nostro futuro presente. Apriamoli questi occhi e usiamola questa voce per gridare forte ogni ingiustizia che siamo costretti a subire.
Carmelina Pontoriero
FONTE : http://www.ilquotidianoweb.it/