Il danno sociale che la \’ndrangheta continua a perpetrare in Calabria, ma non solo, non ha più alcun fine. Ne frantuma la dignità dei cittadini onesti creando un ambiente fatto di paura e spesso di rassegnazione da parte dei suoi cittadini. Il Comune di Corigliano Calabro, nel cosentino, è stato negli anni deturpato dalla \’ndrangheta con spaventosa disinvoltura, una giunta comunale sciolta più volte per infiltrazione mafiosa, un Comune dove la legalità è sempre più lontana, dove truffe, spaccio e vendita di droga e di armi sono le principali attività della \’ndrangheta, dove le donne vendono i propri figli. E chi ne paga il prezzo più caro sono, come sempre, i giovani ai quali viene lasciata in eredità, una cultura \’ndranghetista basata sul delinquere e sull\’illegalità , ragazzi che vivono in uno stato sociale dove i ruoli si sono invertiti, dove l\’adulto agisce da bambino ed il bambino agisce da persona adulta e responsabile, dove lo Stato, quello che dovrebbe tutelare i suoi cittadini, è spesso assente! Proprio l\’azione dei ragazzi di Corigliano Calabro mi porta a questa riflessione, ragazzi che incontrai nel 2012 e che misero in scena un piccolo spettacolo basato sulla mia storia, ma che oggi è sempre più vivo, ed il loro urlo sempre più attuale, il loro NO, che deve servire da lezione a tutti quei adulti che non vogliono crescere impedendo agli altri di farlo!