Assistiamo sempre più spesso allo show televisivo delle persone vicine alla cultura mafiosa, che probabilmente lanciano messaggi in codice, a chissà quali poteri occulti e con quali intenzioni, mentre la ‘ndrangheta nel silenzio continua a fare affari.
Di ‘ndrangheta si continua a parlarne poco. Eppure negli ultimi giorni sono stati arrestati due latitanti appartenenti alla ‘ndrangheta: Edgardo Greco a Sant’Etienne, in Francia e Antonio Strangio a Bali. Erano latitanti rispettivamente da 17 e 7 anni. E la lista è molto più lunga. Negli ultimi anni sono stati arrestati esponenti della ‘Ndrangheta praticamente in tutto il mondo: Sudamerica, Canada, Paesi Bassi, Penisola Iberica, Germania… i loro arresti fanno meno notizia di quello di Matteo Messina Denaro. Ma non per questo si tratta di criminali meno efferati. Non a caso la latitanza più lunga finora è quella di Michelangelo Franconieri, di Rizziconi (RC) che si è praticamente consegnato dopo ben 43 anni, dal 1958 al 2001, appena qualche giorno prima di morire.
Con i riflettori puntati su cosa nostra la ‘ndrangheta stessa è stata latitante, nascosta. Ha agito nell’ombra, conquistando terreno e prosperando indisturbata. Ma non per questo è meno pericolosa e sanguinaria della mafia siciliana. Tutt’altro. Le relazioni della DIA la riconoscono e individuano come una delle organizzazioni criminali più potenti e più pericolose. Portare allo scoperto le sue ramificazione, il suo sistema, il suo potere infiltrato ovunque, costringerla a mostrarsi, è indispensabile per capire la portata della sua pericolosità e dare un contributo concreto per arginare la sua violenza, per rompere il meccanismo che costringe chi denuncia a vivere una vita da esiliato, da recluso.