\"images\"Commozione, paura, rabbia, tristezza, indignazione. Queste sono le emozioni che invadono l\’animo ascoltando la storia di Pino Masciari che il 5 marzo 2013 ho avuto il piacere di ascoltare insieme a altri 300 ragazzi del liceo Righi di Bologna. E\’ una storia di coraggio e sacrifici quella della famiglia Masciari, rappresentata in modo fedele da Ture Magro nello spettacolo teatrale \’Padroni delle nostre vite\’ della compagnia Sciaraporgetti.

L\’ascoltatore si ritrova rapito dalla parole di Pino e dalla scene della rappresentazione teatrale e viene catapultato nella vita di un uomo che ha detto NO alla \’ndrangheta, ha scelto una vita giusta, pulita e corretta. Pino Masciari è un esempio di vita per tutti e soprattutto per noi ragazzi perché siamo il futuro di questo paese e non possiamo voltargli le spalle.

In questo periodo di crisi la parola \’Futuro\’ è una parola difficile da pronunciare, soprattutto per tutti questi ragazzi che hanno avuto la sfortuna di nascere negli ultimi vent\’anni, sfortunatamente proprio per il fatto che ai giovani un futuro non si può attribuire.

Soltanto con la legalità viene concesso un futuro alle nuove generazioni. Se tutti noi italiani ci impegnassimo a rispettare la legge e i nostri diritti e, soprattutto, i nostri doveri, avremmo meno crisi: le casse dello stato sarebbero più ricche, ci sarebbero più servizi, meno povertà. Ci sarebbe dunque un futuro visibile per noi giovani.

\’Lo Stato siamo noi\’. Proprio questa  frase ripeteva Pino con insistenza a sottolineare il fatto che OGNUNO di noi è importante per la nazione, tutti possiamo contribuire a migliorarla, adesso più che mai.

\’L\’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro…\’ Questo è il primo articolo della Costituzione italiana, un articolo unico al mondo. Soltanto noi italiani abbiamo scritto sulla nostra costituzione che l\’Italia è fondata sul lavoro, cioè la nostra nazione è fondata sul contributo che ognuno di noi può dare. Questo però sembra che il paese se lo sia dimenticato.

Molte persone sfruttano il lavoro di altri, la mafia si basa sul lavoro  silenzioso di cittadini per alimentare i suoi immensi traffici di stupefacenti. Interi palazzi, supermercati, aziende appartengono alla mafia e non solo al Sud, ma anche nel Nord. Mentre nelle regioni meridionali regna, a seconda del territorio, una e una sola mafia, nel settentrione sono radicate più mafie, non solo italiane, ma anche straniere. La mafia ha radici talmente profonde in TUTTO il territorio italiano che non si parla più di infiltrazioni, ma di insediamento mafioso.

Oltre alla \’cocaina fatta cemento\’, come dice Pino Masciari, non è da sottovalutare neanche la cultura mafiosa, per esempio la richiesta di favori o la legge del do ut des.

Per esempio in questo periodo di crisi il mafioso finanzia l\’azienda di un imprenditore, ma in cambio questo deve garantirgli una certa percentuale del guadagno totale.

\’Il problema non è il problema, ma come le persone si pongono davanti al problema\’ direbbe Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi. Ci sono persone che si arrendono alla mafia, ma ci sono anche persone come Pino Masciari che non accettano queste condizioni e girano l\’Italia incontrando studenti, ragazzi e professori per far sapere che la mafia esiste, ma che si può eliminare se tutti lo vogliono,

La scelta di Pino è stata coraggiosa e non facile, perché è stato costretto a viver una vita di solitudine, una solitudine che ritorna anche nella rappresentazione teatrale in quanto non vi è altro attore che Ture Magro e nell\’incontro con Pino, solo sul palco.

Domande amare e urlate dalla disperazione fendono l\’aria lasciando un vuoto al quale è difficile rispondere. Durante l\’incontro più volte Pino si chiede se ha fatto bene a fare tutto ciò, si chiede disperatamente se si suoi figli potranno mai perdonarlo di avergli rovinato l\’infanzia nella speranza di un futuro migliore. Speranza, non certezza.

\’Noi siamo ciò che vogliamo\’ ripete Pino. Se noi vogliamo essere persone giuste, ci impegniamo per raggiungere questo obbiettivo, senza accampare scuse per giustificare le nostre azioni.

Avevo sentito parlare di mafia, ma sentire una testimonianza diretta. Sentire dal vivo le parole di una persona che ha lottato tutta la vita contro questo polipo e percepire tutte le sue sensazioni, le paure, le incertezza è diverso. Adesso forse ho capito cos\’è realmente la mafia grazie a Pino e alla sua testimonianza. In quei momenti ho potuto percepire un turbine di emozioni percorrere gli sguardi di tutti gli studenti e i professori mentre pendevano dalle labbra di Pino, senza tralasciare ogni singolo respiro. Io e gli altri ragazzi venuti a teatro abbiamo 15 anni e forse alcune cose del discordo di Pino non possiamo capirle, però siamo 300 persone in più che conoscono la sua storia, che SAPPIAMO.

\’Ogni persona che conosce la mia storia, mia allunga la vita di un giorno\’ direbbe Pino. Bene, noi te l\’abbiamo allungata di 300 giorni

Irene Papiano

Classe II -Liceo Scientifico Augusto Righi – Bologna

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