Nel mese di settembre 2010 si è svolta l’audizione sia del Procuratore Distrettuale Antimafia di Catanzaro dott. Lombardo, che del Procuratore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria dott. Pignatone.
Dai media è stata catturata in via prevalente l’immagine della nuova strutturazione della ‘ndrangheta, del nuovo assetto unitario definito provincia o crimine.
Ma leggendo il resoconto stenografico n° 51 e 52 emergono delle questioni a dir poco sconvolgenti, a cui i media hanno dato poco risalto.
In primo luogo occorre ricordare che nel corso delle precedenti legislature sono state istituite, per legge, otto Commissioni parlamentari antimafia.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia fu istituita per la prima volta dalla legge 20 dicembre 1962, n. 1720, nel corso della III legislatura, con Presidente l’onorevole Paolo ROSSI.
La Commissione attuale, è stata istituita con la legge 4 agosto 2008, n. 132; composta da venticinque senatori e venticinque deputati. Il Presidente è PISANU Beppe, PdL, i vicepresidenti sono DE SENA Luigi, PD, Senatore; GRANATA Benedetto Fabio, FLI, Deputato, i segretari VALLARDI Gianpaolo, LNP, Senatore GENOVESE Francantonio, PD, Deputato.
Dal 29 aprile 2008 ad oggi vi sono state 54 sedute con 52 rapporti stenografici , l’approvazione di un solo documento quale la “Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, in materia di formazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali “.
Tale Commissione quindi è a dir poco politicizzata, salvo la presenza di qualche illustro uomo di Stato, e viene a conoscenza di eventi ed elementi che a parer mio dovrebbero essere secretati non solo all’opinione pubblica ma anche alla stessa Commissione, proprio per l’elevato contenuto di politicizzazione che la caratterizza; ciò perchè si rischia seriamente di compromettere il buon esito delle indagini e non solo.
Detto ciò veniamo al contenuto delle citate audizioni.
La prima audizione che inizia alle 12.45 del 21 settembre 2010, segue il noto evento del 26 agosto 2010, ovvero l’esplosione di una bomba confezionata con tritolo avvenuta all’ingresso del palazzo ove abita il procuratore generale Salvatore Di Landro, il quale ha così collezionato in quella data il terzo attentato.
Il dott. Lombardo evidenzia che in Calabria le minacce ci sono sempre state, ma probabilmente fatte in maniera diversa.
Il procuratore evidenzia in particolar modo la carenza di organico sottolineando che la procura di Catanzaro dispone da anni, di 12 magistrati su 18, cioè sei in meno rispetto all’oragnico previsto, che è in ogni caso insufficiente se si vuole lavorare anche sul settore della Pubblica Amministrazione ad esempio…
Ma sottolinea anche che non è possibile mettere un poliziotto davanti ogni cittadino, e dico io ci mancherebbe altro, rilevando che la militarizzazione che si è realizzata in passato durante l’operazione Riace non ha risolto tutti i problemi.
Altra questione che viene rimarcata è il problema infiltrati o collusi.
Il procuratore sottolinea che , in relazione al fatto di Reggio Calabria ove si è verificata la manomissione dolosa della vettura del dottor Di Landro avvenuta all’interno del palazzo, nel Cedir, vuol dire che lì qualcosa non funziona.
” All’interno vi è un servizio di sorveglianza dei carabinieri notte e giorno. Questo è veramente grave perchè la sicurezza non è evidentemente assicurata e deve anche esserci qualche collusione interna”.
Ma su tale vicenda emergono anche le conflittualità con la Procura di Reggio Calabria.
” La manomissione dell’autovettura risale a giugno ma che il fatto sia doloso è notizia che segue alla perizia e agli accertamenti preliminari svolti dalla Procura di Reggio Calabria e dei quali siamo stati messi a conoscenza verso la metà di agosto, se non sbaglio il giorno 16″.
Sulla stessa vicenda, all’audizione pomeridiana sempre del 21 settembre 2010, il dott. Pignatone, procuratore distrettuale antimafia di Reggio, sottolinea che :” tuttavia una nota ANSA ha riferito ( spero sbagliando) un’affermazione del procuratore di Catanzaro secondo cui egli sarebbe stato informato soltanto ad agosto dell’episodio relativo alla manomissione dei bulloni della macchina del dott. Di Landro. Se il procuratore di Catanzaro ha detto questo, i suoi uffici avranno commesso un errore nel preparargli il materiale, perchè il fascicolo relativo all’incidente occorso alla macchina del dottor Di Landro è stato iscritto dalla procura della Repubblica di RC il 9 giugno scorso ( omissis)”.
Ma non finisce qui la polemica e la divisione tra le due procure…
il dott. Lombardo evidenzia che ” Per quanto riguarda la questione della videosorveglianza e della protezione sotto casa, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, è competente solo a svolgere le indagini dopo i fatti, non a prevenirli. La Videosorveglianza, eventualmente, doveva farla il comitato di sicurezza; se non l’ha fatta risponde, secondo me il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria”.
Od ancora, sempre Lombardo afferma che :” La procura della Repubblica però può fare le indagini, il resto dipende da Reggio Calabria, dai rapporti che si creano lì, dai livelli di sicurezza che si riescono a garantire lì, dal livello di aggressione che la procura di RC decide di destinare a tutte quegli apparati. La competenza di Catanzaro non può essere di tipo generale”.
Voglio augurarmi che tali conflittualità anche di competenze siano dovute unicamente alla tensione derivata dall’incremento dell’aggressione posta in essere dalle ‘ndrine negli ultimi tempi.
La ‘ndrangheta come ricordato da Pignatone, vanta un numero di affilitati intorno ai 10.000, ma tale numero è sottostimato. Per esempio a Rosarno, cittadina di 15.000 abitanti vi sono 250 affiliati formali alle cosche locali, con una media di affiliazione di due/tre persone alla settimana.Se a questi si aggiungono parenti,e conoscenti si arriva circa a 2000 affiliati nella sola Rosarno.
Pignatone per fare meglio comprendere di cosa si stia parlando paragona il fenomeno ‘ndrangheta a quello mafia.
“per fare un paragone con la Sicilia, considerate che oggi non ci sono tanti affiliati neanche in tutta la città di Palermo,e che a Bagheria, nel momento di massimo fulgore di Provenzano, dalle indagini risultavano 50 affiliati a cosa nostra”.
Altro elemento importante che emerge nella recente evoluzione della ‘ndrangheta è la questione della c.d. zona grigia. In Italia sono stati tratti in arresto numerosissimi imprenditori che sono la c.d. faccia pulita con cui la ‘ndrangheta come cosa nostra, si interfaccia con il resto della società.
Per non parlare della colonizzazione in particolar modo della Lombardia dove è stato nominato un mastro generale con un mandato di un anno; “mutuando il linguaggio di altri settori della società, lo si potrebbe definire una sorta di commissario straordinario”.
Ma anche i contatti con la politica lombarda sono al vaglio della magistratura. E’ solo questione di tempo, le indagini sono in corso, i contatti tra esponenti politici ed organizzazioni mafiose sono in fase di valutazione, la pentola prima o poi esploderà e credo che le sorprese non mancheranno.
Anche Pignatone comunque ha messo in rilievo un fattore importante ovvero quello relativo all’infiltrazione e collusione. In merito per esempio alla fuga di notizie, il procuratore afferma che ” la pubblicazione sulla stampa ripeto non è un problema della stampa ma di chi ha rivelato queste notizie, cioè ufficiali di polizia giudiziaria infedeli secondo me, ciò ha gravemente danneggiato le indagini…”.
Ma sicuramente il fatto più emblematico è rappresentato dal caso Zumbo.
“Zumbo è un dottore commercialista, stimato a RC, a tal punto che , negli anni passati, gli è stata affidata anche l’amministrazione di beni sequestrati. Egli godeva quindi anche della fiducia dei magistrati. Del resto, non c’era motivo di dubitarne,in passato.
Infatti, è stato accertato che il dott. Zumbo è stato confidente-anzi fiduciario, in termine tecnico- del SISMI, che nel 2004, ha girato al ROS un’informazione che ha consentito il ritrovamento di armi. Inoltre, è stato confidente-sebbene con esiti molto meno brillanti e positivi- della Guardia di Finanza e di alcuni marescialli del ROS, poi passati al SISDE”.
” Zumbo ha assicurato a Pelle di essere in grado di portargli l’elenco degli arrestandi alcune ore prima della data fissata per l’esecuzione della misura cautelare”.
Questo voleva dire che Pelle avrebbe avvisato i suoi amici i quali avrebbero potuto rendersi latitanti.
Cosa che nel caso di specie non si è appurata perchè Pelle e Ficara vengono fermati prima.
Questo per fare capire in via esemplificativa ma in modo chiaro il grado e la capacità di penetrazione della ‘ndrangheta negli apparati dello Stato.
Ciò evidenzia il legame che emerge tra apparati infedeli di polizia o di sicurezza e la ‘ndrangheta.
Ci troviamo quindi, innanzi ad una organizzazione criminale che, secondo l’Eurispes ha un giro di affari di circa 43 miliardi di euro,innanzi ad una organizzazione che tramite alleanze sempre più strette tra le varie famiglie ha dato luogo ad un sistema unitario di azione, e forse anche di organizzazione,innanzi ad una organizzazione ove Aldo Miccichè nello spiegare ad un giovane ‘ndranghetista che doveva andare a chiedere favori ad un esponente politico, che la ‘ndrangheta è il passato, presente e futuro, ovvero innazi ad un sistema di Stato nello Stato.
Si è presenti innanzi ad una mafia mista tra violenza e politica ed impresa, e per combatterla non ci si può dividere.
No, questo non deve succedere, non dobbiamo permetterlo, e son certo che i magistrati calabresi hanno tutta la volontà di superare eventuali elementi di incomprensione, affinchè si possa continuare a rispondere ai mafiosi con la repressione ma specialmente con una inversione culturale e spirito unitario che deve essere esemplare.
Ciò perchè il primo esempio di unità nel combattere lo Stato nello Stato deve essere dato proprio da chi è in trincea, ed i magistrati calabresi lo sono.
Fonte Citazioni :
Seduta n. 53 (antimeridiana) (Stenografico n. 51). – Martedì 21 Settembre 2010 ( ).
Audizione del procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, dottor Antonio Vincenzo Lombardo
Seduta n. 54 (notturna) (Stenografico n. 52). – Martedì 21 Settembre 2010 ( ). Audizione del procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria, dottor Giuseppe Pignatone