Vogliamo cominciare la settimana con un articolo, apparso sul blog di Beppe Grillo, che fa un sunto riflettivo, ma abbastanza eloquiente, sulla questione relativa alla legge antimafia da pochi giorni approvata alla Camera.
LA LOTTA ALLE MAFIE NON È UN COMPROMESSO
Chiariamo subito una circostanza, già manifesta a tutti tranne al governo Gentiloni, al PD e a qualche giornalista. Le mafie e la corruzione sono diventate due facce della stessa medaglia. Il metodo corruttivo è il canale preferenziale per il mafioso che vuole impadronirsi di spazi di mercato ed arricchire la sua organizzazione, mantenendo ferma la volontà di affermare il proprio dominio e la propria egemonia su tutto il tessuto civile, politico ed economico.
Basti pensare al sistema messo in piedi a Roma facente capo a Buzzi e Carminati, ai comuni sciolti per mafia in tutta Italia, da nord a sud fino a toccare città delle dimensioni di Reggio Calabria. Pensiamo ai processi e agli scandali più importanti di questi ultimi anni. Nel processo Aemilia, quello che ha colpito la cosca Grande Aracri, emerge come fossero gli imprenditori vessati dalla crisi in difficoltà economiche ad andare a cercare gli \’ndranghetisti e non il contrario. Le mafie oggi hanno dimensione sovranazionale e sono presenti in tutti i continenti con una capacità economica tale da poter corrompere ed offrire servizi senza aver quasi più bisogno di ricorrere alla violenza e all\’intimidazione, da sempre loro elementi caratterizzanti.
Sulla base di queste fondamentali constatazioni, il M5s aveva proposto e sostenuto l\’estensione delle misure di prevenzione previste per gli indiziati di mafia, anche agli indiziati di gravi reati corruttivi, chiaramente in presenza dei requisiti già indicati dall\’articolo 1 del Codice Antimafia (d.lgs. 159/2011): l\’abitualità delle condotte illecite, la pericolosità sociale del soggetto o quando si ritenga che viva abitualmente di proventi di attività delittuose.
Il PD aveva votato a favore alla Camera, salvo poi cambiare idea (chissà perché?!) e stabilire che le misure di prevenzione si applicano ai corrotti ma soltanto se sono in associazione. Sei un potenziale corruttore solitario? Stai tranquillo: la norma non ti verrà applicata.
Per essere ancor più supini al volere di Forza Italia ed Ncd, il PD ha approvato l\’impegno a valutare nei prossimi mesi la possibile modifica della legge entrata in vigore, togliendo del tutto l\’applicazione delle misure di prevenzione ai gravi reati contro la pubblica amministrazione.
Stiamo parlando della legge più annacquata che si potesse concepire e dell\’ennesima dimostrazione di debolezza dello Stato nella lotta alla mafia e ai metodi che le mafie utilizzano.
Questa riforma del codice Antimafia non risolve le questioni che sono emerse nel caso Saguto, non si stabilisce nessuna revoca dell’incarico a quegli amministratori giudiziari in conflitto d’interessi o nominati in stato di incompatibilità. Non ci sarà nessuna trasparenza. Si ingolferà ancor di più l’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati con la costituzione di un nuovo organo, il Comitato Consultivo d’Indirizzo che non è formato da esperti ma da rappresentanti politici e delle associazioni per dare pareri sulla spartizione dei beni. Il Governo ha deciso che le aziende sequestrate economicamente più rilevanti potrebbero essere gestite dai dipendenti di Invitalia, l’agenzia per lo sviluppo di proprietà del Ministero dell’Economia, tutte persone entrate senza concorso pubblico.
Si destinano altri 850.000 euro all’Agenzia senza che vi sia alcun obbligo di relazionare su come verranno effettivamente impiegati. Insomma, si doveva fare molto di più sulla gestione dei beni dato che stiamo parlando di un patrimonio che vale milioni di euro e che lo Stato in tutti questi anni non ha saputo adeguatamente valorizzare, nonostante l’impegno costante di tutte le associazioni e gli operatori del settore.
Per non parlare del fatto che il Partito democratico alla Camera aveva approvato la nostra proposta per dare alle forze dell\’ordine la possibilità di ristrutturarsi le case sequestrate ai mafiosi e assegnate loro come alloggi scorporando le spese dall\’affitto. Lo stesso Pd, con la solita dissociazione mentale, al Senato ha cancellato la norma senza ragioni.
Questa riforma è stata un’occasione mancata.
Ci sono giornalisti e politici, però, che stanno ventilando rischi per persone innocenti, i quali starebbero addirittura per perdere la casa. Tanto rumore per nulla… la norma sulle misure di prevenzione troverà difficile applicazione, con buona pace di coloro che per trovare la mafia… devi seguire ancora la coppola e la lupara.
beppegrillo.it