Sono state ridotte in Appello le condanne agli Arena di Isola di Capo Rizzuto, coinvolti direttamente nelle indagini sul caso del Sen. Di Girolamo, dei Trapasso e degli Scerba. Per altri imputati invece: \”[….]In parte ridotte, in parte confermate e in parte addirittura aumentate per continuazione con un\’atra sentenza le condanne a carico\”.
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Rifacendoci all\’esempio del titolo una dozzina di anni fa Pino Masciari denunciò pubblicamente una fuga di gas, ossia un pericolo per l\’intera collettività, nel caso specifico l\’estorsione subita, il sistema mafioso e la parte istituzionale collusa ad esso. Come società – tutta! -avremo potuto cogliere questo allarme per rimediare alla pericolosa fuga e invece sembra che di fronte al fatto compiuto: \”attenti! C\’è una fuga di gas!!!\” ognuno, a cominciare dai livelli più alti del Paese, abbia fatto spallucce come a dire \”bè, mica è a casa mia\” senza rendersi conto che questo forse fosse vero, peccato che abitasse nel palazzo accanto. Così – continuando la metafora – il gas prese fuoco e non solo abbattè il palazzo con la fuga di gas, ma pure i palazzi adiacenti. Una strage che si poteva evitare.
Perchè il gas? Perchè pur essendo invisibile puzza fino ad asfissiare. Come la mafia.
Attenzione che il gas è naturalmente inodore: si aggiungono appositamente sostanze a base di zolfo per facilitare l\’individuazione di perdite. La denuncia come informazione è l\’unica sostanza che rende individuabile la mafia.
Così a distanza di una dozzina d\’anni abbiamo questo panorama – metaforicamente parlando: il palazzo Italia è quasi saturo di gas. La perdita incontrollata si è estesa riempiendo le sacche vuote e alla prima scintilla scaturisce una fiammata devastante. Oggi la fiammata parte dall\’estorsione in un cantiere di Pino Masciari a Serra San Bruno negli anni novanta fino a Milano, oggi, con gli Arena in piena attività a rubare fondi europei della collettività erogati per l\’Expo o per altre grandi opere, capaci di far eleggere un loro sottoposto a Roma, in Senato.
Per questo ribadiamo il messaggio di questi giorni: non c\’è più tempo. Dobbiamo tappare le fughe di gas per evitare che salti in aria il Paese. E crediamo che la soluzione coivolge certamente l\’esempio di Pino Masciari e di tanti altri che hanno denunciato.
E\’ doveroso infine fare una precisazione rispetto l\’articolo pubblicato.
Non è corretto quanto riportato nell\’articolo nel passaggio \” […] Giuseppe Masciari, il teste protetto che ha denunciato la conclusione del programma di protezione in seguito alla quale la sua scorta, nelle aule di giustizia, adesso sono i ragazzi di Libera.\”: attualmente alla sicurezza di Pino Masciari sono preposte le competenti forze dell\’ordine e non certo gli amici di Pino Masciari e i ragazzi di Libera, che hanno sempre confidato nella presenza delle autorità preposte accanto a Pino e alla sua famiglia e solo nei periodi più difficili hanno accompagnato Pino responsabilmente, consapevoli dei rischi e senza l\’arroganza di crederci idonei a sostituire gli agenti, del quale riconosciamo la professionalità che noi mai potremo avere. E neppure la vogliamo d\’altronde. In assenza delle Istituzioni siamo apparsi e in caso di bisogno appariremo ancora accanto a Pino e alla famiglia Masciari per denunciare l\’eventuale vuoto lasciato dalle Istituzioni del nostro Stato.
Per nostra gran gioia oggi ne constatiamo invece la presenza e ne valutiamo costantemente la qualità.
Pino..Grazie di esserci
abbracci
Anna
Se solo gli esempi fossero valorizzati e non massacrati, oggi, certamente, saremmo tutti protagonisti in un Paese migliore..