Gioco e criminalità organizzata, un binomio in continua crescita. Dalle slot machine alle sale bingo, passando per le corse di cavalli dopati e al poker online, la criminalità è infatti sempre più infiltrata nei giochi dello Stato. A denunciarlo è stato Gianfranco Donadio, Procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia (Dna) nella relazione annuale sui rischi di infiltrazione della mafia nei giochi leciti ed illeciti.
IL NUOVO MONOPOLIO DELLA MAFIA.
La relazione, presentata alla Commissione antimafia dal senatore Luigi Li Gotti dell\’Italia dei valori, ha fatto il punto sulle recenti operazioni repressive che hanno dimostrato la presenza di Cosa nostra, \’ndrangheta e Sacra corona unita nel settore dei giochi. «Il risultato finale», ha spiegato Gotti, «è che in questo genere di mercato l\’impresa mafiosa sta iniziando a operare in regime di monopolio» in un comparto che vale – tra gioco lecito e illecito – circa 180 miliardi di euro. L\’elenco dei giochi in cui la mafia è riuscita a infiltrarsi è lungo, anche perché si tratta di un settore che nel 2010 ha raggiunto la raccolta record di 61,4 miliardi di euro, pari a quattro punti del Prodotto interno lordo.
La mafia ripulisce i soldi sporchi con i canali di gioco legali
Secondo quanto denunciato dalla Dna, il sistema utilizzato dalla criminalità organizzata è semplice. La mafia, infatti, utilizza i canali di gioco legali per «ripulire» i proventi delle attività criminali. Si parte, come è scritto nella relazione annuale, dalla gestione e alterazione delle «macchinette», le new slot che da sole rappresentano oltre il 50% della raccolta totale, «imposte dai clan a tutti gli esercizi commerciali collocati nella zona di competenza e alterati al fine di diminuire la tassazione e aumentare i guadagni del clan». Inoltre per «riciclare capitali e commettere frodi informatiche» la mafia non esita acquisire le sale Bingo che in Italia non hanno avuto particolare successo.
SCOMMESSE CLANDESTINE ONLINE.
La criminalità organizzata è anche entrata nella «gestione delle scommesse clandestine per via telematica» che viene esercitata grazie a «bookmaker stranieri privi di ogni autorizzazione da parte dei monopoli e in assenza di ogni forma di imposizione fiscale». Nel settore dell\’ippica, che da anni è in crisi, la Dna ha segnalato che la strategia criminale è quella di alterare le corse attraverso «atteggiamenti minatori verso i fantini o con il doping sugli animali».
L\’ACQUISTO DEI BIGLIETTI VINCENTI.
Una novità, anche se gli addetti ai lavori l\’avevano già segnalata, sono le «false vincite in concorsi e lotterie». La mafia, infatti, acquisisce il biglietto vincente dall\’effettivo titolare, per «ripulire il denaro proveniente da reato», incassando così il premio del gioco. Nella relazione annuale della Dna sono segnalati anche i tentativi di «gestione delle case da gioco» e la «concessione di prestiti a tassi usurari o il ricorso a giocate fittizie sempre allo scopo di ripulire il denaro». Altra novità riguarda i luoghi delle infiltrazioni criminali, non più legato al Sud Italia, come Napoli, Sicilia e Basilicata, ma anche a Roma e in Toscana.
Fino a maggio 2011 raccolti oltre 30 miliardi di euro
La raccolta del primi cinque mesi del 2011 dei giochi pubblici, pari a 30 miliardi di euro, ha un trend positivo (oltre 19%) rispetto al medesimo periodo del 2010, quando furono raccolti 25,3 miliardi di euro. Secondo il dato ufficiale dei Monopoli di Stato (Aams), la raccolta di maggio è stata pari a 6,04 miliardi, con gli apparecchi che continuano a essere il comparto trainante con il 58,56% del totale del settore. A seguire le lotterie – in particolare quelle istantanee come i gratta e vinci – con 901 milioni di euro (14,91%) e il Lotto (542 milioni, 8,97%). La regione che ha la raccolta più alta è la Lombardia con 1,1 miliardi di euro nel solo mese di maggio, seguita dal Lazio (708 milioni) e dalla Campania (610).
SEQUESTRATI OLTRE 2 MILIONI DI EURO.
Nel 2010 la Guardia di finanza ha effettuato oltre 6 mila interventi e ha riscontrato 6.295 violazioni nel settore giochi. Le fiamme gialle – ha riportato l\’agenzia specializzata Agicos – nel 2010 ha sequestrato 3.746 apparecchi da intrattenimento e 1.918 punti raccolta scommesse non autorizzati o clandestini. In termini di importi, la cifra ammonta a oltre 2 milioni di euro.
tratto da www.lettera43.it