«La \’ndrangheta è ovunque, anche quì a Toronto», sono le affermazioni fatte dal Procuratore aggiunto della Procura di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nonchè uno dei magistrati maggiormente impegnati nella lotta alla \’ndrangheta, in occasione della sua visita in Canada. Gratteri aggiunge: «La mafia è un problema di tutto il mondo occidentale, non soltanto italiano. E tutti i Paesi sono coinvolti, Canada compreso. Il problema è che in Italia se ne parla perché c’è la legislazione più avanzata nel mondo, mentre qui non esiste nemmeno il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Non crediate che la mafia esista soltanto dove si spara, anzi la mafia non può permettersi di sparare nelle zone dove magari ha speso milioni per comprare appartamenti o negozi. Perché se lo facesse farebbe abbassare il prezzo degli stessi immobili sui quali ha investito. Sono finiti da anni infatti i tempi dei picciotti con la coppola e la lupara pronti a sparare anche per questioni d’onore. Ora la mafia è globalizzata, e la ’ndrangheta, che di queste organizzazioni è la più potente, da anni ha saputo essere il giusto mix tra tradizioni e modernità. Ne sa qualcosa la Germania dove dopo la strage di Duisburg, in cui vennero uccise sei persone, si è scoperto improvvisamente quanto l’organizzazione criminale calabrese abbia saputo insediarsi anche nelle zone più insospettabili utilizzando un’arma infallibile: il silenzio. Ed è proprio il silenzio l’elemento chiave per comprendere come questa organizzazione operi servendosi di broker, avvocati, medici e architetti, tutti legati tra di loro da vincoli familiari, per spargere il suo potere e rovinare la società e il concetto stesso di democrazia persino in Canada.
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