Centinaia di persone sotto casa del magistrato per solidarietà
\”Reggio Calabria non tace con i magistrati che si impegnino a liberare la nostra città dalla \’ndrangheta\” e \”la bomba al dottor Di Landro ha colpito anche me\”. Sono alcuni degli striscioni che sono stati esposti nel tardo pomeriggio di ieri sotto casa del procuratore generale Salvatore Di Landro a Reggio Calabria, dove centinaia di persone gli hanno espresso solidarietà con un sit in spontaneo. E\’ stato lo stesso procuratore a scendere sotto l\’abitazione a stringere mani e a ringraziare le persone che gli dimostravano la loro solidarietà. Il 3 gennaio cosa e\’ successo? Nulla\’ a detto Di Landro alle persone che gli stavano vicini davanti al portone della sua abitazione. \”Se c\’e\’ stato un nuovo attacco dopo il 3 gennaio vuol dire che lo Stato non ha dato le risposte adeguate. Dobbiamo avere coscienza – ha proseguito il PG reggino – che affrontiamo un nemico che resta molto forte. Se a vent\’anni dall\’omicidio Scopelliti non sono stati definiti compiutamente gli esiti, vuol dire che il nemico e\’ forte\’. \’Per me e\’ umiliante, come uomo e come rappresentante delle istituzioni – ha detto ancora Di Landro – vedere la magistratura attaccata perche\’ fa il proprio dovere, Io sto lavorando nel pieno rispetto delle regole e non mi sento un Sandokan\’. La bomba che ha danneggiato gravemente il portone del suo palazzo e mandato in frantumi i vetri delle abitazioni di quella zona è un segnale fortissimo che arriva a pochi mesi dagli eventi che hanno segnato la storia della lotta alla criminalità reggina. Una strategia che però sin qui non ha dato i frutti sperati, se è vero che dopo l\’ennesimo attentato al procuratore è arrivata una pioggia di manifestazioni di supporto e solidarietà da parte di tutti: dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a quello del Senato Renato Schifani, da Maroni a Alfano dai politici locali ai magistrati, fino ai semplici cittadini impegnati nel sociale che hanno voluto dare conforto al procuratore e che credono che la strada da lui intrapresa sia quella giusta per vincere la battaglia contro la \’ndrangheta. Dal novembre del 2009, quando il magistrato ha assunto la guida della procura generale di Reggio Calabria, è partita una lotta serrata all\’organizzazione malavitosa che da sempre mette in ginocchio la Calabria e nello specifico la provincia di Reggio. Intanto sul fronte delle indagini le forze dell\’ordine stanno setacciando gli ambienti criminali e stanno passando anche sotto la lente di ingrandimento tutte le telecamere dei negozi, che sono poste nella zona adiacente l\’abitazione del Procuratore generale alla ricerca di qualche indizio utile.
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