Mentre nel nostro paese molti cittadini vivono con una pensione da fame e chi è fortunato ad avere un lavoro vive con un altrettanto stipendio da fame, il servizio televisivo pubblico continua a stupire con le sue spese assurde ed inutili. L\’ex Ministro Greco Varoufakis, ospite del programma Rai \”Che Tempo Che Fa\” avrebbe (il condizionale è relativo in quanto lo stesso Varoufakis lo ha confermato) incassato la considerevole somma di euro 24 mila per partecipare allo show, in pratica circa 1000 euro al minuto. Non capiamo la necessità di tutto questo sperpero di denaro pubblico, quindi nostro, che continua ad essere usato in modo indiscriminato senza che nessuno muova un dito. A noi cittadini viene richiesto di pagare un canone televisivo non equiparato alla qualità che la Rai in cambio ci fornisce, incassa milioni di euro di pubblicità, paga stipendi d\’oro ai suoi manager ma il servizio è sempre più scadente equiparandolo a quello offerto dalla concorrente Mediaset che ugualmente intascando proventi pubblicitari, offre il servizio gratuitamente. E\’ giusto pagare il canone Rai considerando il servizio offerto ed il denaro che viene sprecato così indiscriminatamente? A voi il giudizio!!!
Ventiquattromila euro per 22 minuti a Varoufakis contro i 20mila euro a puntata di Luciana Littizzetto. Se confermato, il super gettone pagato di tasca nostra all’ex ministro delle Finanze greco sarebbe quasi uno smacco per la pestifera Lucianina che accompagna in ogni show Fabio Fazio. A lei, che pontifica e fa la morale dal salotto di Raitre «appena» ventimila euro (lordi) per tutta la puntata, al carismatico Yanis Varoufakis 24mila per meno di mezz’ora di conversazione, neanche troppo impegnativa, visto che il conduttore ligure è noto per essere uno che non punge, anzi: il volto buonista della terza rete.
E così, buono buono e zitto zitto, Fazio s’intasca da mamma Rai 2 milioni di euro l’anno, se è vero che il nuovo contratto triennale firmato con l’azienda di viale Mazzini riporta la cifra monstre di 5,4 milioni di euro. Compensi che dovrebbero essere resi pubblici magari nei titoli di coda di ogni puntata, tuona il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, autore di numerose interrogazioni in materia e fustigatore dei vip «che predicano bene e razzolano male».
Brunetta di recente ha tirato in ballo anche il cachet di Massimo Giannini (500-600mila euro l’annui), che conduce Ballarò, e ha attaccato Massimo Giletti perché «non è accettabile la demagogia a buon mercato che si fa in trasmissioni come l’Arena sui vitalizi dei parlamentari e poi non si sente l’esigenza di rendere pubblici i compensi delle star della tv». Insomma, visto che si deve riformare la Rai, allora si cominci dalla trasparenza come ha fatto Varoufakis.
Fazio e Littizzetto, sui quali c’è stato anche un esposto alla Corte dei Conti da parte del Codacons, non hanno mai smentito le indiscrezioni sui propri compensi, ma neppure hanno fiatato: c’è la privacy, dicono.Però la Rai è pubblica e li paghiamo noi.