La nascita della dote detta “Santa” è, secondo le indagini degli ultimi anni, in gran parte confluite nel processo “Olimpia”, riprese anche nella recente inchiesta “Mammasantissima”, è stata una rivoluzione per la ’ndrangheta. Diversi sono stati i collaboratori di giustizia che hanno fornito la propria versione dell’evoluzione che ha investito l’organizzazione calabrese la nascita e la propagazione della “Santa”. Uno dei punti di massima convergenza del narrato dichiarativo è che la dote della “Santa” fosse nota solo a chi la acquisiva.
Emerge, inoltre, un dato differenziale fra la pregressa visione, e costruzione, della ‘ndrangheta e quella “innovativa”, connotata di ambiti riservati, ed esso investe proprio il sistema normativo, essendo consentito ai componenti della “Santa” di “deviare dalle regole”, nel senso che le regole tradizionali erano, per costoro, derogabili alla luce dell’unica esigenza avvertita, quella di realizzare la massima espansione del potere.
Dall’esame di un collaboratore di giustizia, tale G.G., avvenuto nel corso del processo “Olimpia”, emerge che: “Il grado della \”Santa\” presenta una fondamentale peculiarità: è conosciuto solo ed esclusivamente alle persone che l\’acquisiscono. Si creò una sorta di gruppo di mutua assistenza, nel senso che ogni situazione riguardante i santisti doveva essere risolta all\’interno della stessa. E\’ importante sottolineare che la \”Santa\” rappresentò all\’interno della \’Ndrangheta uno stadio \”occulto\”, in quanto il relativo grado, come detto, era noto soltanto agli altri \”santisti\” e nessun rilievo occupava all\’interno delle gerarchie della \’ndrangheta.
Per fare un esempio, se uno ’ndranghetista si presentava ad altri \’ndranghetisti di un altro locale doveva palesare il suo grado, picciotto, camorrista, sgarrista, ecc., non anche quello di santista eventualmente ricoperto, che poteva render noto solo ed esclusivamente agli altri santisti.
La \”Santa\” si spiega nella logica della \”setta segreta\”: si è inteso creare una “struttura di potere” sconosciuta agli altri affiliati per ottenere maggiori benefici. Il santista può anche non avere forza militare, può non essere, ad esempio, un capo società; l\’importante è che il \”santista\” abbia comunque una sua forza, ad esempio economica o politica, tale da poter apportare contributi o vantaggi in genere a tutta la struttura. Posso affermare con convinzione che la santa, come setta segreta, è l\’esatto corrispondente della massoneria coperta rispetto a quella ufficiale. In questo senso mi constano rapporti interpersonali tra santisti e massoni di logge coperte e sovente i due gradi potevano cumularsi in capo alla medesima persona. Va chiarito che l\’appartenente alla \’ndrangheta non può essere massone, ma questo vale per la \’ndrangheta \”minore\” e la massoneria pubblica. Ma come ho già detto la \”santa\” rappresenta una struttura segreta alla stessa \”\’ndrangheta\” sicché per essa le regole tradizionali valgono nei limiti in cui siano compatibili con il fine mutualistico a cui ho fatto riferimento. Pertanto, se esso fine può essere soddisfatto con l\’ingresso di massoni nella struttura o viceversa, nessun ostacolo può essere frapposto”.fonte: larivieraonline.com