Anche a Morbegno ci sono tanti nuovi amici
Resoconto e (oltre cento) foto della giornata a Morbegno!
Auditorium Comunale di Morbegno: palco in legno, affreschi restaurati da poco alle pareti, poltrone comode di un grigio fosco ma sfavillante. 352 posti a sedere, ma l’affluenza per l’incontro con Pino Masciari è da record e siamo in più di 550 in questo caldo venerdì 13 marzo. Siamo studenti del Liceo Scientifico e del Liceo Artistico di Morbegno e siamo sparsi dappertutto, sul palco, nei corridoi tra le poltrone, in piedi alle pareti. Siamo venuti perché ci hanno detto che quest’assemblea ha un ospite d’eccezione, ha un testimone carismatico della lotta alla mafia, ci offre qualcuno che ci emozionerà. Emozioni, come può averle solo chi ha vissuto davvero le esperienze che racconta, chi non rappresenta che sé stesso. Pino Masciari è tutto questo e c’è una cosa che noi ancora non sappiamo, lui invece sì: noi queste emozioni le avremo, qui ed oggi.
Quando Pino sale sul palco, parte un applauso, il primo, a dir la verità un po’ timido, la faccia sembra non suggerire niente alla maggioranza degli studenti presenti in platea. Ma noi oggi non siamo qui per una faccia, siamo qui per una storia, siamo qui per una voce, la voce di un imprenditore italiano che ha scelto la dignità. Siamo qui per ascoltare Pino Masciari, per cercare di afferrare una realtà che preferiremmo sentire lontana, ma che da noi, forse, è solo più silenziosa, è solo più viscida, ma c’è e non potremo sempre illuderci che non esista.
Pino inizia a parlare. Nonostante la vicinanza, nessuno fiata, tutti stanno zitti al loro posto. La parole dell’oratore cadono come pioggia nel silenzio delle grandi occasioni.
Introducendo, spiega che la sua scelta di non piegarsi all’omertà è dovuta alla sua educazione ai valori ed ai principi di legalità e senso civico. Ci racconta di come era riuscito a dirigere la sua azienda, tra le più grosse della sua terra, la Calabria. Poi il tono cambia e ascoltiamo del sistema di illegalità che inizialmente gli si manifesta con garbo, senza intimidazioni o minacce, quasi chiedendo sinceramente un aiuto. Poi Pino compie il passo di inserirsi nella pubblica amministrazione. La Calabria ha tantissimi soldi, nelle banche, la n’drangheta le controlla ed è potentissima. C’è una cosa che dobbiamo sapere per capire davvero la situazione: lì era lo Stato ad essere poco attento, non la mafia di cui all\’epoca neanca se ne capiva l\’esistenza.
Un giorno però si presentano a viso aperto, senza pudore e dicono “Adesso pagate”. Il 3% su tutti gli appalti pubblici, Pino ne parla con gli altri imprenditori, che non si scompongono, è la normalità per chi vuole lavorare. Ma Pino Masciari è chiaro: lui non paga neanche un centesimo. I colletti bianchi (politici, magistrati) pretendono il 6%. Nel ’93 viene ferito un fratello di Pino. Inizia in questo periodo il dramma umano che coinvolgerà Pino e la sua famiglia.
Ci vuole poco per mettere in ginocchio un’impresa. Basta non pagare le consegne o ritardare i pagamenti, rendendo impossibile dare il pane sulla tavola agli operai. Denunciare può significare la morte. A settembre del 1994 licenzia gli ultimi operai, la carriera di Pino Masciari è terminata a 35 anni. Si sposa con Marisa, sua fidanzata da 15 anni e nascono due figli. Ma ora i Masciari sono ad alto rischio di vita. Aver denunciato tutto alle autorità ha significato lasciare la propria terra per entrare in un servizio di protezione ed iniziare una deportazione nel XXI secolo, nel centro dell’Europa civilizzata. D’altronde, in Calabria non si osa: una delle sue aziende viene dichiarata fallita.
Pino ci guarda negli occhi e pensa ai suoi bambini. I suoi bambini non corrono, a loro manca la normalità, ci dice prendendo a sberle il nostro animo. Aveva un sogno: che sua madre accompagnasse a scuola i suoi figli, che passasse del tempo con loro, ma ormai non potrà più realizzarsi: sua madre è morta, senza lui vicino. Ci racconta di uno dei loro rari incontri, svolto al buio, in Calabria, quando lui si recava nei tribunali.
Nel 2004 arriva la notizia che il programma di protezione verrà interrotto, da lì a pochi mesi. Eppure ci sono i processi ancora in corso e a Pino non è mai venuta meno la fiducia nello Stato. Pino Masciari non deve essere un’eccezione. lo Stato avrebbe dovuto obbligarlo a ritornare in Calabria, non esiliarlo. Solo quella sarebbe stata la vittoria dello Stato. Mentre il suo discorso si generalizza un po’, facendoci riflettere sulle modalità di azione della mafia (lo sfruttamento del precariato, il ruolo delle donne, la n’drangheta come mafia liquida), il suo sguardo emozionato ci urla la verità di quel dolore, di quella dignità. “Voglio morire una sola volta, non essere vigliacco, che equivale a morire tutti i giorni”. Questa frase è la degna conclusione, ci prende, ci sconvolge dentro. Pino conclude l’intervento.
Due ore, ma a noi 550 ragazzi, sembra una vita, ci sembra di risvegliarci e di ritrovare con sollievo le nostre certezze che si ricompongono quando pensavamo di averle viste distruggersi. Ma non possiamo dirci gli stessi; un applauso di un minuto e mezzo parla per noi e per le nostre emozioni. Vorremmo poterci mettere d’accordo, concertarci per pronunciare un’unica parola, quella che più sintetizzerebbe ciò che la maggior parte di noi sta provando: GRAZIE. E perché ci sono persone come te, Pino, che noi possiamo cullare la speranza di un futuro. Tu ed il tuo sacrificio siete usciti da quell’Auditorium. Ora la tua storia, la storia della tua famiglia e quelli che con te e per te hanno sofferto, sono in noi, indelebili segni di speranza di come dovrebbe andare il mondo.
Simone
Ciao Simone,
su http://www.vaol.it la descrizione degli incontri che Pino ha svolto a Morbegno.
Un abbraccio
Complimenti al piccolo Simone per un resoconto davvero meraviglioso.. 😉
Bravo zenny.Grand’ assemblea. Grazie Pino.
complimenti benny. t ringrazio soprattutto per avermi dato l’opportunità di essermi specchiata negli occhi di pino,un uomo meraviglioso come tutti hanno capito. oltre al forte trasporto emozionale,il mio desiderio è quello di non rinchiudere qst esperienza in un cassetto. una forte speranza, che mai ho sentito viva, ci ha travolto e io voglio pesare la mia vita sulla stessa bilancia di pino masciari. grazie. pino,altre 55o persone sono con te!
conosco la storia di Pino, conosco personalmente lui e la sua famiglia.
ma il tuo racconto, Simone, mi ha veramente emozionato.
mi sembrava di essere li con voi, con Pino, con la legalità e con l’Italia che vorremmo!!
Resoconto stupendo! Complimentri Simone! Se è stato commovente il resoconto non so immaginare quanto può colpire sentir parlare Pino Masciari dal vivo! Sono certa che tutto questo servirà a migliorare le cose perchè rende tante persone consapevoli della realtà delle cose e non si potrà più far finta di nulla!
le migliori forze dell’italia sono smosse e si svegliano!bello il resoconto, mi ci ritrovo anche se sono distante!mitici!un bacione pino marisa ottavia e francesco..
ciao Pino,
ho appena finito di vedere l’intervista: come ti ho detto poco fa ogni volta le tue parole sono un insegnamento in più, una nozione che mi dai la possibilità di ottenere.
E’ vero Marisa è una donna unica ed eccezionale, perchè poche donne sarebbero state disposte ad affrontare tutto ciò……e lei ce l’ha fatta.
In questo momento forse altre parole perderebbero significato, quindi voglio dirvi GRAZIE
per quello che avete fatto
per quello che fate
per quello che siete
vi voglio bene
marta
che bel racconto!
un abbraccio
Riccardo
Il vortice delle mille emozioni che l’incontro con Pino ti può far scaturire dentro è immenso e tanto difficile da raccontare e condividere, ma grazie a Simone che è riuscito ad esprimerlo; leggendo le sue parole mi sono venuti in mente, caro Pino, i momenti in cui ho avuto la fortuna di vedere te, la tua splendida forte dolce Marisa ed i ragazzi, il suono delle vostre voci, la decisione delle vostre parole e la fierezza dei vostri visi hanno veramente mosso qualcosa in me.
Una volta conosciuti non potete rimanere dimenticati, si crea un filo tra le vostre vite e quelle di tutti coloro che vi conoscono, un filo che resiste alla lontananza e alla mancanza di non avervi accanto sempre ma che è tramite tra noi: speriamo con voi e lottiamo con voi.
Un abbraccio forte pieno di affetto, grazie.
Chiara
siamo in riunione, anche oggi per organizzare le prossime mosse.
stiamo attenti e vicini.
Pino,Marisa,cuccioli vi voglio bene
grazie Pino per le forti emozioni che ci hai fatto provare ,come si può capire dal resoconto di Simone =) . La tua storia mi ha veramente colpito, sono stupita di come hai saputo ribellarti per seguire i tuoi valori ed ideali e sono felice di sapere che esistono persone capaci di far ciò.
Grazie ancora per la tua intensa testimonianza…ora hai un’amica in più!!
Un resoconto stupendo, emozionante e vero!
Auguri Pino, non solo per San Giuseppe…
Un caro, forte, enorme abbraccio e tanti sinceri auguri per il papà che tutti sarebbero orgogliosi di avere!!
Grazie Pino per il tuo coraggio, la tua forza e per averci raccontato la tua storia veramente emozionante e sincera..
Un abbraccio