\” Il Tribunale di Lamezia Terme non deve essere chiuso. Lamezia è una città assediata dal potere mafioso. Il Tribunale è un simbolo e un presidio nella lotta contro il crimine organizzato. In questo sciagurato Paese sono decisamente altri i centri di spesa che devono essere tagliati. Pieno sostegno alla magistratura e alle istituzioni locali impegnate in questa battaglia di civiltà\”.
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Fonte La Repubblica
LAMEZIA TERME – Le sedie messe su un lato del salone d\’ingresso. Sulle pareti manifesti, cartelloni e striscioni, mentre sulla porta si distribuiscono volantini con su scritto \”I presìdi di legalità non si toccano\”. Giovedì davanti agli scalini dell\’ingresso è stata anche posizionata una vera bara con sopra scritto \”La morte del Tribunale\”.
Lamezia è in fermento, mobilitata contro la proposta di chiusura del Palazzo di Giustizia che potrebbe essere accorpato a quello di Catanzaro. Da tre giorni avvocati, dipendenti, sindacati, associazioni e cittadini occupano il Tribunale della quarta città calabrese. L\’attività normale continua, ad esclusione delle astensioni dei legali; e intanto si dorme sulle sedie, si fanno i turni giorno e notte e il comitato che organizza la protesta dice che non ha alcuna intenzione di mollare.
La bufera è scoppiata quando si è avuta notizia di una bozza di proposta dei vertici del Ministero della Giustizia con la quale si ipotizza una sorta di riorganizzazione degli uffici. Un\’ipotesi che, naturalmente, deve essere ancora valutata dalle commissioni parlamentari e da diversi altri organismi, ma che ha già fatto scoppiare le proteste di addetti ai lavori e forze politiche. Preoccupazioni sostenute anche dei magistrati in servizio a Lamezia.
I più agguerriti sono gli avvocati: \”Si andrà avanti sino a quando non arriverà la smentita alla notizia della chiusura\”. Il presidente
dell\’ordine, Gianfranco Barbieri, ha annunciato ai suoi colleghi che ci sarebbe stata anche \”un\’autoconvocazione dei giudici per redigere un documento di sostegno e per chiedere la convocazione urgente della sezione distrettuale dell\’Anm\”. Questo mentre, in un\’altra assemblea, i dipendenti della giustizia hanno confermato uno sciopero per il 15 giugno. Schierato anche il sindaco della città, Gianni Speranza che ha previsto un Consiglio comunale per il 7 giugno in seduta congiunta con i consigli comunali del lametino.
ll presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha chiesto un incontro urgente al Ministro della Giustizia Paola Severino \”per confrontarci, insieme ai parlamentari, sulle reali esigenze del territorio\”. Anche il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, è sceso in campo chiedendo un incontro al Capo dello Stato, anche come presidente del Csm. E mentre a Lamezia si occupa il Tribunale, alla Camera un fronte bipartisan di parlamentari è intervenuto per mettere in guardia dai rischi di soppressione in una terra ad alta densità criminale.
\”Lamezia non è una città semplice\”, dice Barbieri, \”il Tribunale è indispensabile non solo simbolicamente\”. Quarta città per dimensioni e per interessi economici, con un passato che ha visto il Consiglio comunale sciolto per mafia per due volte. Anche in questi mesi poi è in atto un cruento scontro tra clan che ha fatto registrare diverse vittime, attentati e danneggiamenti. Territorio ad alta densità criminale insomma, in cui \”la giustizia deve essere oltre che presente, anche efficace e rapida\”.
Nette prese di posizione sono arrivate anche dai sindacati. Da Roma, la Fp-Cgil ha definito \”gravissima\” l\’ipotesi di chiusura. Dalle segreterie di Catanzaro di Cgil, Cisl e Uil è partita una lettera ai Ministri dell\’Interno e della Giustizia in cui si chiedono non solo rassicurazioni, ma che il Tribunale sia invece rafforzato per sostenere \”la speranza di riscatto democratico\”. E mentre il comitato spontaneo lametino si appresta a trascorrere la terza notte nell\’androne del Palazzo di Giustizia, in un\’altra città interessata dalla soppressione, Rossano, iniziano le proteste. Il sindaco Giuseppe Antoniotti, ha fatto sapere di essere pronto a difendere \”a muso duro, il presidio di legalità della propria comunità\”.
(01 giugno 2012) © Riproduzione riservata