Se questo fosse un Paese libero… Pino Masciari a Santo Stefano parla di mafia |
Buon successo, ieri a Santo Stefano, per l\’iniziativa dell\’associazione antimafia L\’égalitè, che ha organizzato un incontro con Pino Masciari, ex impreditore edile calabrese che, per aver denunciato la \’ndrangheta e le sue commistioni con le istituzioni, è stato costretto a lasciare la sua terra, a condurre un\’esistenza da \”signor nessuno\” per anni e che, ancora oggi vive sotto scorta.
Gli italiani non sono liberi, ha detto Masciari \”se io fossi libero, oggi non sarei qui, ma sarei nel mio ufficio, a lavorare, a controllare i miei dipendenti\”.
Se questo fosse un Paese libero e normale un imprenditore potrebbe lavorare nella pubblica amministrazione senza dover pagare il 3% alla mafia e il 6% ad altre istituzioni.
Se questo fosse un Paese libero e normale chi ha il coraggio di denunciare non si troverebbe solo, allontanato dalla sua terra di notte.
Non dovrebbe far crescere i suoi figli tra quattro mura, con la paura di portarli a giocare in un parco, a prendere un gelato.
Se fosse un Paese normale lo Stato non proteggerebbe l\’antiStato, ma lo combatterebbe, non vi farebbe affari assieme, ma creerebbe leggi per sconfiggerlo.
Ma questo non è (ancora) un Paese normale.
Pino Masciari, però, è fiducioso.
Non ha più il suo lavoro, ma ha fatto condannare boss mafiosi e uomini delle istituzioni.
Non può ancora tornare a vivere in Calabria, ma gira l\’Italia per raccontare la sua storia, che è diventata anche un libro (Organizzare il coraggio, scritto con la moglie Marisa).
Non costruisco più case, oggi costruisco, anzi costruiamo legalità.
Sì, costruiamo, perché da soli non si vince. Uniti, invece, si può provare.
E\’ ora di agire, non di demandare.
E\’ ora di aprire gli occhi, di capire che le mafie non sono più solo un problema del Sud.
Bordighera e Ventimiglia non sono casi isolati.
Pino Masciari vuole risvegliare le coscienze: lui ci prova, sta a noi raccogliere il suo invito.