Una nota Ansa del 7 ottobre 2004, a conclusione del processo “Mangusta”, riportava quanto detto nella requisitoria finale dalla dott.ssa Manzini: “(…) una vita distrutta quella del costruttore Giuseppe Masciari che è l’accusatore principale e che si è costituito parte civile. (…) Marisa Manzini ha parlato di uno spaccato assolutamente nitido della situazione in cui sul territorio calabrese, e nella fattispecie vibonese, sono chiamati ad operare gli imprenditori. Masciari per numerosi anni è stato vessato dalle continue richieste di denaro e di beni da parte degli imputati e ha trovato il coraggio di contrapporsi a quello che è lo stile di vita degli operatori economici della zona, caratterizzato dal rispetto totale e assoluto della regola dell’omerta. Il coraggio di parlare è costato al costruttore serrese un allontanamento indispensabile per tutelare la sua persona e il suo inserimento nel ‘ruolo’ dei testimoni di giustizia. Uno status che lo ha portato lontano dalla sua terra e dal e dagli affetti dei suoi cari, con cui non ha più potuto neppure mantenere i contatti. È stato costretto ad abbandonare le amicizie, gli interessi, lo stesso lavoro”.
Recentemente, sempre la Procuratrice Manzini, durante un’intervista per un programma di approfondimento andato in onda in questi giorni, ha spiegato molto bene che cosa significa essere minacciati dalla ‘ndrangheta.
Chi conosce questa organizzazione sa quanto pesa il legame di sangue e anche cosa vuol dire rappresentare una minaccia per essa. L’affronto che si fa anche ad un singolo componente si estende a tutta la famiglia. La Procuratrice lo chiarisce dicendo che le minacce non finiscono con la persona che le lancia: la famiglia per proteggersi, quando individua qualcuno che rappresenta un problema, “si riunisce e diventa un’unica cosa” contro quel soggetto. Il rischio, praticamente, non si esaurisce mai! È cosi per i magistrati, per gli inquirenti, ma anche per gli onesti cittadini che come me hanno compiuto la scelta di denunciare facendo nome e cognome. L’attualità del rischio non scade e per questo il diritto alla sicurezza deve rimanere impregiudicato!