\”La misura è colma. Non la misura della nostra pazienza. Ma vicina al livello di guardia è la misura della compatibilità con le regole di convivenza istituzionale proprie di un sistema democratico\”: lo ha detto Gian Carlo Caselli, Procuratore capo a Torino, all\’inaugurazione dell\’anno giudiziario.
\”Definire cospiratori coloro che sono portatori di legalità non è solo offensivo, ma è profondamente ingiusto. Come fosse ossessionato dai suoi problemi giudiziari il presidente Berlusconi ha moltiplicato i suoi interventi volti a indurre, nei più, l\’immagine della giustizia come campo di battaglia, di interessi contrapposti anzichè luogo di tutela di diritti in base a regole prestabilite, contribuendo così alla devastazione di tale immagine\”.
\”Chi parla a vanvera di partito dei giudici voglia prendere atto che un partito dei giudici esiste davvero, ma nell\’accezione dello storico Salvatore Lupo\”, di cui ha letto una citazione: \”E\’ attraverso l\’impegno di alcuni e purtroppo il martirio di altri, che l\’idea del partito dei giudici prende forma. Nasce dalla sorpresa che, in un\’Italia senza senso della patria e dello Stato, ci siano funzionari disposti a morire per il loro dovere, questa patria e questo Stato. Ad ogni funerale, ad ogni commemorazione prende forma l\’idea di per sè contradditoria di magistrati come rivoluzionari in quanto portatori di legalità\”.