Il viaggio di rientro di Pino Masciari procede, gli ho consigliato di portarsi i cavi alla prossima occasione, giusto per ridere. Riesco a strappare un abbozzo di sorriso ma è breve per l’amarezza e perchè mi deve dire delle parole, un’altra lezione che va oltre la rabbia e l’indignazione e mi riporta alla realtà e alla necessità di equilibrio.

“Andrea è andata così ma è importante che i giovani non si perdano d’animo, che capiscano che è oggi andata come prescrive la Legge e perciò è giusto così. I fatti che ho denunciato sono riconosciuti nella motivazione della sentenza, che riporta che la prescrizione è applicata secondo legge. Quindi è giusto, assolutamente non mi permetto di contestare la sentenza del processo.

La questione è che se si reputa ingiusta una legge allora bisogna muoversi e battersi civilmente per farla cambiare, ma finchè essa vige bisogna essere ossequiosi della Legge e muoversi all’interno di essa”

Non riesco a permettermi neppure un commento. Lo lascio ad Arthur Schopenhauer:

Chi ha giuste intuizioni in mezzo a cervelli confusi si trova come uno che abbia un orologio che funziona in una città dove tutti i campanili hanno orologi che vanno male. Lui solo conosce l’ora esatta, ma a che gli giova? Tutti si regolano secondo gli orologi della città che indicano l’ora sbagliata, persino chi è al corrente che solo il suo orologio segna l’ora giusta.

Io per primo sto controllando il mio orologio: voglio che scandisca l’ora di Pino Masciari e non d’altri.

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