Lea Garofalo, la collaboratrice di Giustizia di 35 anni scomparsa a Milano da un anno circa, è stata uccisa e sciolta nell’acido in un terreno vicino Monza. A quanto sia dato sapere, il mandante di tale efferata crudeltà omicida sarebbe proprio il suo convivente, nonchè padre di sua figlia, il boss Carlo Cosco. Già in due precedenti articoli, quello del 29 dicembre 2009 ed in quello successivo realtivo ad un un’intervista al Corriere della Sera dello scorso 7 febbraio, Pino Masciari aveva ipotizato due possibilità sulle motivazioni della scomparsa di Lea Garofalo affermando: «Il suo allontanamento potrebbe essere stato deciso dallo Stato per proteggerla, e se così fosse potrebbe già avere una nuova identità. Oppure è finita nelle mani della ‘ndrangheta che, ancora una volta, è arrivata prima dell’intervento delle Istituzioni.» Purtroppo la seconda ipotesi ha avuto riscontro proprio oggi grazie all’arresto di sei persone, alcune notificate in carcere ed altre effettuate tra Milano e Petilia Policastro. Pino Masciari lo dice da tempo e oggi lo ribadisce con determinazione, “non bisogna mai credere di essere al sicuro, perchè non dobbiamo illuderci che solo con il sequestro di beni e con gli arresti si possa sconfiggere questo cancro, la ‘ndrangheta non perdona e non dimentica, oggi più che mai c’è bisogno di fare di più e di alzare il livello di attenzione!” Tommaso Conversano – Blog degli Amici di Pino Masciari
Buonasera Pino e Marisa,
non ci sentiamo da molto.
Spero stiate bene.
Mi sono trasferita a Roma da un po’ di mesi e sto bene.
Se posso fare qualcosa per voi da qui, fatemi sapere.
Un bacio a Francesco e a Ottavia 🙂
daghi.