Come previsto ecco arrivato l\’ennesimo schiaffo dello Stato Indiano all\’Italia per la faccenda dei nostri Marò! Sono più di 3 anni e mezzo che la vicenda non si è conclusa ed ancora uno dei nostri Marò è ancora nelle mani dell\’India. Un susseguirsi di prese in giro, tira e molla di notizie su possibili quanto false notizie sul rilascio dei nostri militari ma sino ad oggi niente è stato fatto da uno \”stato\” incapace, svogliato e disinteressato sulla questione. Ci facciamo \”sberleffare\” e ridere dietro mentre chi ci governa pensa a fare viaggi diplomatici in giro per il mondo e non ne fa\’ uno serio e deciso a favore dei nostri concittadini. Se i militari fossero stati russi, francesi o tedeschi, sarebbe bastato il tempo di organizzarsi per andare a riprendersi i propri uomini, mentre per l\’Italia non è una questione importante. Possibile che contino così poco due nostri concittadini per la politica italiana? Per noi non vi è alcun interesse, commerciale o economico che possa valere la vita dei Nostri Marò!
L’India si oppone al rientro dei marò
Nuova Delhi anticipa il \”no\” alle istanze italiane al tribunale di Amburgo Farnesina determinata: «Ci faremo valere per portare a casa Girone e Latorre»
L\’India si schiera con nettezza contro la concessione di misure cautelari per i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, come da richiesta italiana presentata al Tribunale del diritto del Mare di Amburgo, mentre l\’Italia, dalla Farnesina, replica che manifesterà con «determinazione le sue ragioni nell\’intento di addivenire ad una soluzione positiva». Nonostante il governo e la maggioranza avessero giudicato «gli ultimi atteggiamenti delle autorità indiane» tali da «essere fiduciosi», la diplomazia del governo Renzi dovrà registrare, in vista dell\’udienza del 10 agosto ad Amburgo, la posizione di chiusura di Nuova Delhi sia alla richiesta di rimpatrio di Girone che alla sospensione dei procedimenti in corso davanti a tribunali indiani riguardanti i militari italiani.
Il muro contro muro è stato annunciato con le dichiarazioni rilasciate al quotidiano «The Hindu» dall\’Additional Solicitor General, P.S. Narshima, che sosterrà le tesi dell\’India davanti al collegio giudicante in Germania. Di fatto ha annunciato un strategia di opposizione alle istanze del governo di Roma. Questa l\’inusuale anticipazione sul media in lingua inglese di Chennai della linea difensiva indiana: «Noi sottolineeremo che solo l\’India ha la giurisdizione per processare i reati commessi nel Paese e che il Tribunale non può interferire in questo. L\’India sosterrà anche che l\’Italia non ha esaurito tutte le procedure locali a disposizione, un requisito necessario prima di presentare istanze all\’Itlos. Infine l\’India obietterà che non vi sono circostanze stringenti tali da richiedere qualsiasi adozione di misure provvisorie». Le rimostranze mosse dal procuratore generale Narshima, in linea con un nazionalismo indiano che finora si è sempre coniugato con l\’affermazione della propria sovranità giurisdizionale, evidenziano non solo una contrapposizione nel merito, ma anche una contestazione del fondamento del ricorso italiano al Tribunale del diritto del mare per l\’applicazione delle misure cautelari per i fucilieri pugliesi. Quanto all\’arbitrato internazionale, che è stato avviato dall\’Italia, l\’India non può opporsi (nella storia lo hanno fatto solo Cina e Russia) avendo sottoscritto la convenzione di Montego Bay e infatti ha già indicato il proprio arbitro nei tempi prestabiliti.
Sul fronte politico si registrano invece le reazioni del forzista Maurizio Gasparri e di Gianfranco Librandi di Scelta Civica. Per Gasparri «gli indiani non accettano arbitrati e non vogliono far tornare Girone in Italia. Il governo italiano viene umiliato. Con il cappello in mano ha pietito di fronte le autorità locali mentre doveva agire con forza e decisione». Per questo invita ad assumere «iniziative parlamentari per porre fine a questo sconcio». Dalla maggioranza Librandi, pur fotografando il «tira e molla» dell\’India, difende i «business» in corso e biasima ogni possibile escalation, dal momento che «l\’interruzione dei rapporti commerciali con New Delhi, proposte da qualcuno che evidentemente non ha ben compreso la delicatezza della vicenda, vanificherebbero gli sforzi fatti fino ad ora e metterebbero in serio pericolo il destino dei nostri due fucilieri di Marina».