Chi ha visitato la fiera dello spreco e della corruzione chiamato \”Expò\” non avrà fatto a meno di notare oltrechè di alcuni settori ancora chiusi, di stand poveri in tutto, anche nella presentazione. Uno di questi è quello della regione Calabria, già abbastanza \”deturpata\” dalla \’ndrangheta, ma come se non bastasse gli è stata allestita una \”vetrina\” che sotto alcuni punti di vista ne rispecchia la sua attuale situazione ma che niente è stato fatto per quantomeno camuffare questo status e presentarne i suoi TANTI aspetti positivi, dimostrazione di quanto poco si voglia far rinascere questa terra martoriata ed in agonia. Tutto questo come sempre, a favore di chi intende continuare ad agire illegalmente ed in silenzio ed a totale discapito dei suoi cittadini. Anche in questo caso le istituzioni calabresi, la Camera di Commercio, la Regione, avrebbero potuto fare di più…..come sempre non si fa\’. Ma sappiamo anche che, dove la \’ndrangheta mette le sue radici, non cresce l\’erba!!!
Anche la Camera di Commercio di Reggio Calabria all’edizione 2015 della conferenza nazionale organizzata quest’anno a Milano in occasione dell’esposizione universale. Un’occasione unica a cui hanno partecipato i rappresentanti delegati delle varie regioni d’Italia a cui è stato consentito di visitare l’Expo. Anche Reggio Calabria quindi presente con il presidente della Confcommercio, Giovanni Santoro e gli altri membri del direttivo provinciale. “Nel visitare lo stand della Calabria, che si trova tra la Liguria e le Marche, subito è saltato agli occhi il distacco dagli altri padiglioni d’Italia. La prima impressione è stata di tristezza, definirlo “miserabile” è dir poco. Trenta metri quadri completamente abbandonati, sia dai visitatori che dalle stesse hostess. Sono andato io a cercarle e non sapeva neanche di avere all’interno del suo pseudo-stand il bergamotto! Arredato con 4 cubi di legno bianco e 5 cassette di frutta di legno dipinte malamente di bianco in cui sono state posizionate piante di origano, salvia, cipolla, basilico, prezzemolo e bergamotto. Mancavano i prodotti caratteristici peculiari: frutta, come l’annona, il cedro, le arance, le clementine, peperoncino o salumi tipici. Un pannello in cui scorrevano foto di squarci di paesaggi senza menzionare il luogo, né tanto meno i Bronzi di Riace, oggetto nei mesi scorsi di una lunga polemica. Chi ha progettato un orrore del genere, accanto a regioni fatte a regola d’arte in cui venivano offerti prodotti tipici locali? – si chiede Santoro – ; fino a ottobre quanto costerà alle casse della Regione Calabria la nostra presenza a Milano? Perché non interpellare chi queste cose le fa di mestiere invece di fare queste figure e far arrossire dalla vergogna chi tiene davvero alla Calabria”.